2a Guerra Mondiale: la Nazionale si ferma nel 1942 e torna in campo nel 1945

Durante il conflitto gli Azzurri affrontano in amichevole la Croazia e la Spagna; 7 mesi dopo la fine delle ostilità l'invito della Svizzera permette all'Italia di tornare in campo.

2a Guerra Mondiale: la Nazionale si ferma nel 1942 e torna in campo nel 1945

Se nella Prima Guerra Mondiale il campionato e le attività della Nazionale erano state sospese con l'ingresso in guerra (24 maggio 1915), quando l'Italia decide di entrare nel Secondo conflitto Mondiale il 10 giugno 1940 il calcio va avanti.

La Nazionale gioca 4 volte nel 1940, a marzo con la Svizzera (neutrale), ad aprile con la Romania, a maggio con la Germania e, dopo l'ingresso in guerra, a dicembre con l'Ungheria, tre Squadre di Paesi che fanno parte dell'Asse italo - tedesco. Dopo un 1941 senza gare, gli Azzurri tornano in campo nell'aprile 1942, a Genova e Milano, di nuovo contro due squadre di Paesi alleati, la Croazia e la Spagna. 

La Croazia dell’epoca è espressione dello Stato Indipendente di Croazia, proclamatosi indipendente dal Regno di Jugoslavia, sotto la guida del regime nazionalista di Ante Pavelic. La locale Federazione Croata, sorta già nel 1939 per dissidi con quella jugoslava, era stata riconosciuta dalla FIFA nel 1941. Di fatto, si tratta di una gara considerata appunto ufficiale tra due Nazionali FIFA, anche se di lì a breve la Croazia (e la sua Federazione) sarebbe riconfluita nella Jugoslavia fino al 1991. La vittoria a Genova è l'unico successo italiano nella storia dei confronti diretti. Tornata indipendente nel 1991, la Croazia da allora a oggi ha collezionato 3 vittorie e 5 pareggi con l’Italia.

Il 5 aprile del 1942, a Genova, di fronte a quindicimila paganti e sotto un improvviso temporale, esordiscono in Nazionale tanti calciatori protagonisti del Grande Torino, tra i quali, Grezar, Loik, Gabetto e Valentino Mazzola. La gara terminerà 4 a 0 per l’Italia, grazie alle reti, siglate tutte nella ripresa, da Gabetto, Ferrasis II, Biavati e Grezar. 

Due settimane dopo, la Nazionale fa il bis, questa volta a Milano: di fronte c'è la Spagna, Paese neutrale, dove si è instaurato il governo autoritario di Francisco Franco, grazie anche al supporto dell'Asse durante la guerra civile. Anche questa seconda amichevole finisce 4-0: a segno Mazzola e Loik.

Sarà quella l'ultima uscita della Nazionale durante la Guerra: i drammatici avvenimenti che seguiranno porteranno infatti di lì a poco alla sospensione di tutte le attività sportive. 

Solo 7 mesi dopo la fine del conflitto (e 3 anni e mezzo dopo la gara di Milano), l'11 novembre 1945 la Nazionale tornò a giocare una gara ufficiale. Ed è un contesto molto particolare: l’Italia è invitata dalla Federazione Svizzera in sostituzione della Spagna, Nazionale contro cui aveva programmato la gara, ma che comunicò l'impossibilità a raggiungere Zurigo. A quel punto, l'invito fu rivolto alla Nazionale Italiana, con la quale la Federcalcio elvetica aveva sempre continuato ad avere rapporti. L'annuncio della gara anticipò la riunione dell'Esecutivo della FIFA, convocato per il giorno prima ma senza i rappresentanti della Nazioni sconfitte (Germania, Giappone, Italia). Con la nostra Nazionale che stava arrivando a Zurigo per giocare, la FIFA decise l'esclusione temporanea dalle competizioni di Germania e Giappone, lasciando all'Italia la possibilità di riprendere il suo cammino.

A Zurigo, Stadio Hardturm, la casa del Grasshoper, finì 4-4: il Ct Pozzo, visto lo scarso preavviso e le condizioni di mobilità del nostro Paese, puntò sul blocco delle squadre del Nord: 7 del Torino, 3 della Juventus e il bolognese Biavati. Pozzo schierò cinque undicesimi esordienti (Sentimenti IV, Ballarin, Maroso, Parola e Castigliano), Grezar alla seconda presenza, Loik e Mazzola alla terza, con i tre senatori reduci dal Mondiale del 1938: Ferraris II, con 11 presenze, Biavati con 16 e Piola con 31. Rispetto all’ultima partita disputata del 1942 solo 5 i giocatori confermati nell’undici iniziale: Biavati, Loik, Mazzola, Ferraris e Grezar.

Da Zurigo, ripartì la storia azzurra. 

 

5-4-1942, Genova (AM)

Italia-Croazia 4-0

Reti: 55’ Gabetto, 58’ Ferraris II, 64’ Biavati, 68’ Grezar rig.

Italia: Griffanti, Foni, Rava, Campatelli, Andreolo, Grezar, Biavati, Loik, Gabetto, V. Mazzola, Ferraris II. Ct: V. Pozzo.

Croazia: Urch, Brozovic, Dubac, Lehner, Jazbinsek, Kokotovic, Cimermancic, Wölf, Lesnik, Antolkovic, Plese.

Arbitro: Fink (Germania)

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19-4-1942, Milano (AM)

Italia-Spagna 4-0

Reti: 48’ V. Mazzola, 49’ Ferraris II, 87’ Piola, 88’ Loik

Italia: Griffanti, Foni, Rava, Depetrini, Andreolo, Campatelli, Biavati, Loik, Piola, V. Mazzola, Ferraris II. Ct: V. Pozzo.

Spagna: Martorell, Teruel, Juan Ramon, Gabilondo, German, Mateo, Epi, Alonso, Martin, Campos, Emilin. Ct: R. Zamora.

Arbitro: Bauwens (Germania)

 

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11-11-1945, Zurigo (AM)

Svizzera - Italia 4-4

Svizzera: Ballabio, Gyger, Steffen, Bernet, Andreali, Courtat, Bickel, Fink W., Amodò, Friedlaender, Aebi G. All. Rappan
Italia: Sentimenti, Ballarin, Maroso, Castigliano, Parola, Grezar, Biavati, Loik, Piola, Mazzola V., Ferraris Pietro. All. Pozzo
Marcatori: 3’ Piola rig. (Ita), 25’, 37’ e 84’ Amadò (Svi), 47’ Loik (Ita), 63’ e 69’ Biavati (Ita), 78’ Aebi G (Svi)

Arbitro: Sdez (Francia)