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Abete apre al nuovo anno: “Puntiamo sui vivai per ritrovare competitività”

mercoledì 22 dicembre 2010

Abete apre al nuovo anno: “Puntiamo sui vivai per ritrovare competitività”

“Il 2010 è stato un anno difficile, si è registrata una diminuzione di competitività sia per le nazionali che per i club, anche se l'Inter ha vinto tutto e negli ultimi tre anni le squadre milanesi sono riuscite a centrare l'accoppiata Mondiale Club e Champions League”: Il presidente della Figc Giancarlo Abete, ai microfoni di Sky Sport 24, traccia un bilancio dell’anno che sta per concludersi per proiettarsi con rinnovata fiducia verso il futuro tracciando il cammino della Figc per il 2011.
“Vogliamo lavorare in modo intenso sulla valorizzazione dei vivai nazionali – sottolinea Abete - vogliamo recuperare competitività nelle squadre, dalla Nazionale maggiore alle giovanili, ma come Federazione vogliamo esercitare una funzione di indirizzo sempre più forte tra le componenti del calcio e garantire la giustizia sportiva, il controllo dei bilanci e la regolarità dei campionati che è un valore importante e assoluto per il ruolo che ha la Federazione ricopre. Siamo impegnati con tutte le componenti per raggiungere questi obiettivi”. Mettersi alle spalle un anno poco esaltante è la logica conseguenza dell’impegno che la Figc assume per costruire un futuro migliore. Nel 2011 la Federazione aspetta l'approvazione della legge sugli stadi: "L'attendiamo con ansia - ammette Abete - una volta approvata, deve iniziare un altro percorso per far sì che la legge determini la ristrutturazione degli stadi e la costruzione di nuovi impianti. Occorreranno anni, siamo in ritardo rispetto a realtà europee e mondiali e quando andiamo all'estero ce ne rendiamo perfettamente conto e, più ritarda la legge, più il vagone Italia si stacca dagli altri. La Federazione aveva una forte aspettativa per questa legge, finalizzata agli Europei del 2016, non è andata bene, ma i nostri club ne hanno assoluta necessità, così come la Figc che incontra difficoltà ogni volta che deve individuare uno stadio funzionale alle esigenze della Nazionale”.
Uno dei risultati positivi del 2010 riguarda il contratto collettivo, un accordo per il quale il presidente Abete ha svolto un ruolo importante e decisivo: “Abbiamo favorito la responsabilizzazione, abbiamo influito solo in questo senso perché, se i contratti non li firmano la Lega e l'Aic, la Figc non può forzare la libera contrattazione delle parti. Un ruolo importante in termini di responsabilizzare c'è stato, la trattativa era partita malissimo per la tempistica e per i comportamenti vissuti, da una parte e dall'altra, come provocazioni. Poi la situazione si è sistemata e adesso mancano gli ultimi tasselli per avere la firma del contratto”.
Il 2010 è stato anche l'anno del fallimento ai Mondiali sudafricani. “La critica – sottolinea Abete - è stata troppo dura, ma per capire bisogna ragionare sue due livelli. Il primo è che il calcio è una realtà democratica, tutti siamo in grado di fare la formazione migliore tanto non esistono controprove. Il secondo è che bisogna crescere in termini di rispetto e gratitudine, non si può pensare di vivere solo di successi. Abbiamo vinto 4 Mondiali e un Europeo, più 5 titoli continentali Under 21, molto di più di paesi come la Spagna, che sono in auge in questo momento. Ci vorrebbe più gratitudine e rispetto per chi ci ha fatto vincere”.
Buoni propositi per il 2011. “Vogliamo – conclude il presidente federale - che il calcio rappresenti una dimensione positiva in un Paese che ha tante problematiche, deve continuare ad essere un propellente di positività per la società. Inoltre bisogna estirpare la violenza e le forme di esibizionismo che ci sono nel nostro mondo: il calcio non può essere oggetto di espressioni violente e di chi va allo stadio solo per promuovere negatività. Infine bisogna recuperare competitività, l'Italia è sempre entrata dalla porta principale nel mondo del calcio, deve essere di nuovo così”.

foto di Maurizio Pittiglio