Abete chiude alla moviola in campo: “I nostri arbitri sono i migliori”
lunedì 3 marzo 2014
La moviola in campo, il futuro di Prandelli, la classe arbitrale, il codice etico, argomenti di estrema attualità sui quali è intervenuto oggi, a margine della consegna dei premi a Coverciano, il presidente della Figc Giancarlo Abete.
La moviola in campo è destinata a rimanere un'utopia, gli occhi degli arbitri sono l’unico strumento a cui affidarsi. Questo è il pensiero del numero uno della Figc: “Ci sono tre tipi di problemi – ha sottolineato Abete – che impediscono l’applicazione della moviola in campo. La prima è che non bisogna trascurare la qualità della classe arbitrale italiana:
ricordiamoci che abbiamo dieci arbitri internazionali. La seconda è che, a proposito della tecnologia, ci sono molte pressioni mediatiche, ma avete visto che decisione ha assunto nei giorni scorsi l'International Board. La terza è che qualche anno fa il presidente della Uefa Michael Platini ha introdotto gli arbitri di porta, proprio per cercare di abbassare il margine di errore. Il calcio italiano si è allineato alle direttive europee, introducendo proprio gli arbitri di porta anche in Serie A, questo per facilitare il compito delle squadre italiane nelle coppe”.
IL FUTURO DI PRANDELLI – “Speriamo rimanga con noi altri quattro anni. Dopo la gara con la Spagna, ci incontreremo con il mister e valuteremo se potranno esserci le
condizioni per lavorare ancora insieme. La Figc ha sempre detto di essere soddisfatta di Prandelli, sia in termini di risultati che di comunicazione valoriale in questi anni. Poi si tratta di capire se le valutazioni del ct saranno quelle di voler tornare al campo tutti i giorni, e in questo caso un club e una nazionale sono due cose diverse. Tutti i giornali e le tv dicevano che Prandelli senz'altro sarebbe andato via, mentre noi abbiamo sempre detto che avremmo verificato. Poi nell'ultimo mese è cresciuto il tam tam di una
valutazione del mondo dell'informazione sul fatto che Prandelli possa rimanere. Io lo spero, ma i contenuti di un eventuale rapporto devono essere oggetto tra gli interessati. Farò di tutto per farlo rimanere con un progetto definito”.
GLI ARBITRAGGI – “Le proposte contro gli arbitraggi? Premesso – continua Abete - che la nostra classe arbitrale è riconosciuta fra le migliori a livello internazionale, io penso che, quando la critica e il dissenso vengono manifestati in modo civile, meritano rispetto e bisogna saper ascoltare. Bisogna farsi carico delle critiche; io stesso, nella penultima giornata di questo campionato, avevo segnato che non era stata una giornata positiva. Bisogna provare a spiegare e a ragionare, nel rispetto della responsabilità del
ruolo e nel rispetto di ogni forma di critica”.
CODICE ETICO – “Prandelli, ma anche Sacchi e Di Biagio, applicano il loro codice comportamentale in base alle rispettive sensibilità e non c'è alcun collegamento con le decisioni della giustizia sportiva. Si tratta di un'autonoma valutazione dei tecnici. Sarebbe triste se avvenisse la cosa opposta, se le valutazioni fossero a valle della giustizia sportiva, come se fossero correlate alle decisioni del giudice”.
CASO CHIELLINI – In merito alle critiche del tecnico della Juventus Antonio Conte,
sulla decisione del ct Cesare Prandelli di chiamare Giorgio Chiellini, fermo per infortunio da tre settimane, per l'amichevole con la Spagna, Abete ha sottolineato: “Sono riflessioni che si scambiano i tecnici tra di loro, ci sta nel mondo del calcio che ci siano posizioni differenziate, critiche reciproche nel rispetto che si deve. Lo sforzo nell'ottimizzare i rapporti da parte di tutti a volte è semplice, a volte meno facile, ma sono posizioni normali”.