Abete ribadisce il suo no alla militarizzazione del calcio
venerdì 12 settembre 2008
“Rispetto le opinioni di tutti, ma la linea di indirizzo del calcio, anche a livello di organismi internazionali, è quella di smilitarizzare gli stadi che debbono essere sempre più luoghi di aggregazione e di divertimento”. Queste le parole del presidente Giancarlo Abete, intervenuto a Vercelli in occasione delle celebrazioni per il Centenario della vittoria del primo scudetto conquistato dalla Pro Vercelli agli albori del secolo scorso.
“Alcune iniziative adottate negli ultimi mesi, come l’abbattimento delle barriere e l’istituzione degli steward, sono provvedimenti che vanno in questo senso” – ha affermato il presidente federale, sottolineando come “gli episodi di violenza si verifichino principalmente al di fuori degli stadi e non all’interno di essi, da parte di frange che impropriamente si definiscono tifosi”.
Nel corso del workshop “Valori per creare valore”, previsto nell’ambito degli eventi promossi per l’occasione, Abete ha ricevuto il premio “Luigi Bozino - Uomini per il calcio”, intitolato alla memoria del presidente del sodalizio piemontese, che tra il 1921 e il 1924 ricoprirà la carica di presidente della Federcalcio. “La dimensione valoriale ed etica dello sport, e del calcio in particolare – ha detto Abete, ringraziando il presidente della Provincia Renzo Masoero per il riconoscimento conferito - riveste un ruolo principale rispetto alla dimensione economica con la quale esso deve ovviamente coesistere. Iniziative come questa - ha concluso - rimarcano aspetti che non sempre in ambito sportivo vengono comunemente considerati come fondamentali”.
Al termine della cerimonia, il presidente federale ha fatto visita al Museo del Centenario presso il Nuovo Spazio dell’Arca, galleria espositiva che ripercorre attraverso immagini fotografiche e cimeli la storia della gloriosa Pro Vercelli 1908 e del calcio italiano.
Foto di Maurizio Pittiglio