Abete: “Sul terzo tempo, gli arbitri devono dare l’esempio”
lunedì 11 febbraio 2008
Ha sbagliato l’arbitro Farina, al termine della gara Catania-Inter, a non presentarsi per la stretta di mano finale come indica il “terzo tempo”. Pur sottolineando che i giudizi tecnici sull’arbitraggio sono stati largamente positivi, il presidente della Figc Giancarlo Abete non ha dubbi ad ammettere l’errore finale del direttore di gara: “Per il grado di responsabilità che ha, dopo una partita ben condotta, Farina doveva essere il promotore del terzo tempo. Un'iniziativa promossa e voluta per stemperare le situazioni. Farina non lo ha fatto, ma avrebbe dovuto farlo perchè gli arbitri hanno un impegno professionale e comportamentale”. Abete, che in mattinata si era sentito con il presidente dell’Aia Gussoni, ha aggiunto: “Capisco il disagio per una critica forte dopo una partita diretta bene, ma gli arbitri devono dare il buon esempio anche perché il rapporto tra i giocatori è stato di estrema civiltà e questo è molto positivo dopo una gara così intensa. Il terzo tempo non è obbligatorio, ma è un forte invito a tutte le componenti a partecipare a una fase finale della gara che stemperi le tensioni della gara stessa”. In mattinata anche il presidente dell'Aia Gussoni aveva commentato il comportamento di Farina, con una precisazione: “Questo terzo tempo crea perplessità a squadre ed arbitri. Ad esempio ricordo che a Napoli, dopo la fine del match, i giocatori si sono avventati proprio contro l'arbitro. Però le disposizioni sono chiare, e voglio sapere perchè Farina ha lasciato il campo. Il mio pensiero è che le disposizioni di Aia ed organi tecnici vadano rispettate”. Anche il designatore arbitrale Collina richiama l’attenzione dei direttori di gara sulle “disposizioni da rispettare”: “Il terzo tempo - ha dichiarato – serve anche ad allentare la tensione, in merito abbiamo dato agli arbitri delle disposizioni precise. Racconto un episodio: ieri il portiere del Palermo Fontana è stato ammonito per proteste durante la gara con il Torino, ma nel terzo tempo è andato dall'assistente e gli ha dato atto che, nell'episodio contestato, aveva ragione lui. E' questo lo spirito dell'iniziativa, e per questo vogliamo che gli arbitri vi partecipino”.
In serata, l’arbitro Farina ha spiegato la sua mancata partecipazione all’iniziativa fair play: “Ho saltato il terzo tempo – ha dichiarato - con il solo obiettivo di mantenere sereno l'ambiente. Col senno di poi, forse potevo comportarmi diversamente, di andare in mezzo al terreno di gioco, ma ripeto che in quel momento avevo davanti a me due scelte e ho preferito farne una finalizzata a rendere l'ambiente più tranquillo. Contrariamente a quello che qualcuno ha pensato, cioè di un atteggiamento legato ad una mia presunta permalosità, voglio dire che ho semplicemente ritenuto opportuno in quel momento particolare di uscire dal campo senza fermarmi al centro del
terreno di gioco unicamente per contribuire a non generare ulteriore tensione. E' stata una scelta dettata dalla mia sensibilità arbitrale”.
Quanto alla bontà del terzo tempo, Farina non nutre dubbi: “L'iniziativa è condivisibile, da portare avanti, soprattutto perchè deve essere un esempio di civiltà e di cultura sportiva per tutto il movimento calcistico, dalla serie A al settore giovanile. Mi ha fatto molto piacere sapere – ha concluso l’arbitro - che i giocatori a centrocampo hanno avuto tra loro un comportamento esemplare”.