Abete: “Tolleranza zero, ma chiarezza dal punto di vista legislativo”
lunedì 11 gennaio 2010
Pienamente d’accordo sulla tolleranza zero contro il razzismo e massima disponibilità nei confronti delle richieste avanzate dal ministro dell'Interno Maroni , ma innanzitutto chiarezza dal punto di vista legislativo: è questa la posizione espressa dal presidente della Figc Giancarlo Abete dopo l’intervento di Maroni, secondo cui la sospensione di una partita per episodi di razzismo dovrebbe essere competenza dell'arbitro.
“All'arbitro di calcio già si chiede molto in termini tecnici- ha dichiarato il presidente federale - che veda i falli in tempo reale senza aiuto di mezzi tecnologici, che senta i cori, che ne valuti l'eventuale connotazione razzista. Ora anche che decida in autonomia di interrompere la partita”.
“Se il ministero dell'Interno -ha continuato Abete- modificherà le sue normative e la sua circolare in materia di ordine pubblico negli stadi, e ci assegnerà la responsabilità di sospendere le partite, non ci tireremo indietro. Non c'è nessuna ritrosia da parte della Figc, ma secondo la circolare del ministero (emanata nel maggio scorso) la decisione compete attualmente al responsabile dell'ordine pubblico. E in base a quella disposizione il Consiglio Federale modificò la propria normativa (art.62 delle NOIF). Da parte nostra non c'è nessun intento polemico: federazione e ministero remano nella stessa direzione . Bisogna però valutare la vicenda nella sua interezza, è importante che non si arrivi ad avere due poteri.”. Quando parla di due poteri, Abete si riferisce all’opportunità di evitare, negli stadi italiani, un dualismo tra il direttore di gara e l'attuale responsabile dell'ordine pubblico. E finora il Viminale ha sempre rivendicato la propria esclusiva competenza in materia di Ordine pubblico: “Le prime norme sono del 2000 e le abbiamo aggiornate anche nel maggio scorso, molto prima della Uefa, in sintonia con le Autorità di pubblica sicurezza”.
Inoltre il presidente della Figc ha fatto riferimento all'articolo 5 del Regolamento del calcio,su cui la Uefa è intervenuta in maniera specifica nell'esecutivo dell'1 e 2 luglio scorso a Vilnius. “In quella circostanza –dice ancora Abete - a livello continentale è stata definita la necessità di una condivisione delle decisioni tra l'arbitro, il delegato Uefa alla sicurezza, il delegato Uefa indicato per il match e il responsabile della sicurezza per lo stadio. Quindi, una decisione condivisa. Al momento, un arbitro non ha l'autonomia né per sospendere e tanto meno per chiudere anticipatamente l'incontro se il pubblico ha tenuto comportamenti razzisti. La Figc si muove nell'ambito del quadro normativo internazionale e, ricordo, si è mossa in netto anticipo rispetto ai provvedimenti della Uefa”.
Foto GMT