Appello di Sacchi: “Giovani interessanti ci sono, investiamo su di loro”
lunedì 8 novembre 2010
“Un calcio globale, basato su una squadra corta, che abbia i reparti collegati, sul possesso palla e sulle rapide transizioni, che sappia fare pressing, in cui tutti i calciatori siano coinvolti in un copione di gioco in grado di migliorare le individualità. Ed abbiate fiducia nel vostro lavoro”: è questa la sintesi della ricetta proposta da Arrigo Sacchi, coordinatore delle Nazionali Giovanili, ai tecnici delle formazioni Primavera e Berretti intervenuti quest’oggi a Coverciano all’incontro dal tema “Confronto sulle metodologie di lavoro e proposte per un reciproco rapporto di collaborazione”.
Dopo il primo incontro del mese scorso con i responsabili dei settori giovanili delle società di Serie A e B, Sacchi ha voluto confrontarsi con i tecnici delle squadre giovanili dei club professionisti, illustrando le metodologie di lavoro programmate dal Club Italia e proponendo idee da applicare nelle rispettive squadre. “Il calcio italiano – ha commentato Sacchi – è calato per un principio di appagamento di vittorie, che ci ha indotto a diminuire i già scarsi investimenti sui settori giovanili in questi ultimi 10 anni. Confido però nel fair play finanziario, che ridarà valore a ideali come lavoro, ricerca, voglia di migliorarsi”. “La situazione attuale – ha proseguito Sacchi - non è ottimale, ma nei momenti difficili l’Italia sa tirare fuori il meglio, nonostante da noi si investa meno sui giovani rispetto alla media delle principali nazioni europee. Questa è una sfida che dobbiamo vincere insieme: da noi non mancano i giocatori, ma idee e cultura del lavoro”.
A supportare le sue analisi, il Coordinatore delle Giovanili azzurre ha via via proposto alcuni filmati e alcuni dati, come quello sulla presenza dei calciatori della classe ’90, quella utile per la nuova Under 21, affidata a Ciro Ferrara e Angelo Peruzzi, nell’ultimo turno di campionato. “Domenica in Serie A – ha commentato con un filo di amarezza Sacchi - non c’era in campo un giocatore del ’90 e in Serie B ce n’erano 5”. Nel suo intervento, Sacchi ha poi insistito su aspetti tecnici come “possesso palla”, “transizione e pressing”, “occupazione del campo”, “necessità di avere undici giocatori in posizione attiva con palla o senza”, ricordando agli allenatori di settore giovanile che “l’importante non è vincere, ma formare i giocatori” e che “il risultato è la conseguenza, il fine vero è però la formazione del giovane calciatore”. Oltre a proporre situazioni da provare in allenamento, Sacchi ha poi insistito sul concetto di “tecnici/maestri” che “sappiano lavorare per i giovani e non per se stessi”.
Anche Ciro Ferrara, neo tecnico dell’Under 21, ha invitato gli allenatori dei club a collaborare per la maturazione dei giovani: “Spero possiate essere portavoce dell’incontro di oggi – ha dichiarato- all’interno delle vostre società per migliorare la collaborazione tra Figc e club. La nostra intenzione è proporre un certo tipo di calcio nelle squadre e nelle Nazionali, anche se non sarà facile. E’ il sogno di Sacchi e quello di tutti noi. Vi chiedo di aiutarci”. Parlando della prossima Under 21, Ferrara ha preso spunto dei numeri citati da Sacchi: “I dati sono preoccupanti, ma non mi scoraggiano, anzi mi stimolano a lavorare. I giocatori del ’90 e ’91 all’estero giocano in prima squadra, da noi no, sono ancora in Primavera e questo non aiuta il nostro lavoro. Bisogna mandarli a giocare”.
Maurizio Viscidi, vice coordinatore delle Nazionali Giovanili, ha invece illustrato in apertura il programma di lavoro varato dal Club Italia: maggior numero di impegni internazionali e di stage per le Under azzurre, confronto con i club attraverso incontri come quello odierno e attraverso visite nei loro settori giovanili, interazione tra Club Italia, Settore Giovanile, Settore Tecnico, club. Viscidi ha poi anticipato il progetto “Top 11” che porterà i tecnici di club a proporre i nomi dei calciatori a loro avviso più promettenti nei propri gironi, utile “per verificare che le nostre convocazioni siano davvero le migliori e che non perdiamo di vista i talenti”.
All’incontro erano presenti quasi tutti i tecnici delle formazioni Primavera e Berretti dei club di Serie A, Serie B e Lega Pro, accompagnati in alcuni casi dai responsabili del Settore Giovanile tra cui Roberto Samaden (Inter) e Giovanni Rossi (Juventus), i tecnici delle Nazionali Giovanili azzurre (Ferrara, F. Rocca, Zoratto, Evani, Salerno, A. Rocca con i rispettivi collaboratori) e il Ct della Nazionale Dilettanti Under 18 Giancarlo Magrini, il segretario della Lega Pro Marinella Conigliaro, quello del Settore Tecnico Paolo Piani, quello del Settore Giovanile e Scolastico Barbara Benedetti. Nel corso del dibattito il confronto si è incentrato sui temi precedentemente sviluppati, su aspetti tecnici dell’allenamento, come la partecipazione del portiere al gioco; si è poi parlato, dopo quanto già emerso nella precedente occasione a Coverciano, di ripensare le fasce di età giovanili e creare squadre riserve dei club di A e B; è stata ribadita infine la necessità di favorire economicamente la presenza di allenatori preparati nelle fasce di età più basse per facilitare l’apprendimento tecnico nell’età più adatta.