Assegnato a Prandelli il primo “Premio Bearzot” istituito dall’US ACLI
giovedì 31 marzo 2011
Va a Cesare Prandelli “per le sue qualità morali e umane,- si legge nella motivazione – e per i principi etici e cristiani” il premio in memoria del “grande vecio” del calcio italiano, Enzo Bearzot, istituito dall’Unione Sportiva Acli e presentato oggi presso la sede della Figc, alla presenza del presidente federale Giancarlo Abete, del Presidente dell’Aci Marco Galdiolo e del presidente del Csi Massimo Achini. Il premio, una scultura in bronzo creata dall’artista Mario Ferrante alla quale è abbinato un fondo da devolvere in beneficienza ad un progetto scelto personalmente dal vincitore, verrà consegnato a Prandelli il prossimo 18 giugno presso il Palazzo di Re Enzo a Bologna, in occasione dell’Assemblea organizzativa e programmatica nazionale dell’US Acli.
La scelta della giuria, riunitasi questa mattina, ha riconosciuto i meriti dell’attuale Commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, che raccoglie l’eredità morale del tecnico del Mundial ‘82: “Ha trasmesso ai giovani valori educativi finalizzati alla creazione di un gruppo serio e coeso, che è stato anche il filo conduttore della vita di Bearzot. Per tutto questo suo degno erede”. “Siamo soddisfatti che il nostro attuale CT – ha detto il presidente Abete ricordando anche la borsa di studio istituita dalla Figc in memoria del compianto Bearzot – sia il primo a ricevere questo premio dedicato ad un tecnico cui tutti siamo particolarmente legati”. “Penso sia opportuno oggi ricordare – ha aggiunto Abete – le parole di Paolo VI, secondo cui il nostro secolo non ha bisogno di maestri ma di testimoni; servono uomini che attraverso i loro comportamenti ed il loro modo di essere siano in grado di rappresentare un sistema di valori. Bearzot e Prandelli hanno espresso dei valori positivi e sono stati entrambi in grado di trasmetterli attraverso il loro modo di comunicare”. Due grandi tecnici, due Ct azzurri, due persone molto simili, accomunate da una reciproca stima, come confermano le parole trasmesse da Cinzia Bearzot, figlia del Ct del Mundial ’82: “Sono contenta che il premio vada a Prandelli, mio padre mi parlava sempre bene di lui”.
“Abbiamo voluto istituire questo premio – ha commentato in apertura Galdiolo – perché Bearzot ha espresso una serie di virtù umane e cristiane che purtroppo stanno sbiadendo. La sua resta una figura che sentiamo vicina al nostro modo di intendere lo sport per tutti, un mondo lontano dalle luci dei riflettori che si rivolge spesso a persone in difficoltà”. “In Prandelli – ha aggiunto il presidente dell’US Acli – si rivede lo stile di Bearzot, sia dal punto di vista delle capacità tecniche e professionali, ma anche l’adesione agli stessi valori, con scelte di vita che sono state indicative in tal senso”. “La partita delle partite – ha aggiunto Achini – è l’educazione dei nostri ragazzi: far giocare insieme su questo campo Prandelli e Bearzot vuol dire schierare due grandi modelli di esempio educativo”.
Il 18 giugno, prima della premiazione, è previsto un convegno sul tema “Violenza nello sport” nel quale, secondo quanto annunciato dalla US Acli “si presenterà una valutazione dei risultati conseguiti con l’introduzione della tessera del tifoso”.