Presentato a Roma “Il calcio che fa bene al Paese”, primo studio di impatto della Lega Pro
Il presidente della FIGC Gravina: “Non chiediamo soldi allo Stato, ma più attenzione da parte delle istituzioni sugli interessi generali per il calcio e per l’intero Paese”martedì 28 gennaio 2020
Il primo studio di impatto della Lega Pro “Il calcio che fa bene al Paese”, presentato oggi e realizzato in partnership con ItaliaCamp, rivela che la Serie C del calcio italiano genera un valore economico e sociale nel Paese pari a 580 milioni di euro annui e ogni euro distribuito o investito dalla Lega Pro e dalle squadre produce circa 2,9 euro per l´intero sistema economico. Oltre a misurare il valore dell´impatto diretto, indiretto e indotto distribuito dalla Lega Pro e dalle squadre, la ricerca ha fatto emergere il contributo sociale portato dai club grazie alla capillare presenza sul territorio.
Intervenuto all’evento, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha dichiarato: “Non chiediamo soldi allo Stato, ma più attenzione da parte delle istituzioni sugli interessi generali, non solo per il calcio ma per l'intero Paese. Riconoscimento dell’1% sulle scommesse, apprendistato e semiprofessionismo: sono alcuni temi su cui vorremmo confrontarci al più presto, sono un'esigenza collettiva. Così come, dopo oltre 40 anni, mi sembra davvero anacronistica la legge sul professionismo del 1981”.
“Lo studio – ha sottolineato il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli - attribuisce un valore scientifico alle attività alle quali i club si dedicano quotidianamente, e ciò conferma la validità del percorso che portiamo avanti con entusiasmo e convinzione, ma non senza difficoltà. C´è un problema di sostenibilità economica, che va affrontato. Non possiamo rischiare di ridimensionare il numero dei club perché verrebbe meno una parte fondamentale di quel reticolo economico e sociale che contribuisce a tenere in piedi l´Italia. Per questo chiediamo alle istituzioni di sostenere il nostro lavoro, che non è solo un contributo allo sport ma anche allo sviluppo sociale del Paese”.
Presente all’evento anche il ministro per lo sport e per le politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, il quale ha sottolineato: “Oggi era impossibile mancare perché la passione e la determinazione del presidente Ghirelli e di tutta la Lega Pro l'ho vissuta sulla mia pelle quando, all'inizio del mio mandato anche in maniera molto dura, Ghirelli ha chiesto cose che lui giustamente sollecitava da anni anche ai miei predecessori. Non a caso abbiamo avviato un tavolo molto proficuo che sta analizzando tutte le cose: alcune dovremmo farle in tempi rapidi e per altre ci vorrà un po’ più di tempo, ma neanche tanto. Lo Stato, oltre a ringraziarvi, ci mette del suo e lo fa con competenze e passione”.
Nello studio presentato dalla Lega Pro risulta che il calcio della Serie C è una straordinaria leva di inclusione sociale, soprattutto per chi si trova in contesti socioeconomici difficili e che contribuisce anche all´integrazione: accoglie infatti 318 giovani in quarta categoria, il campionato dedicato ai portatori di disabilità intellettive e relazionali. I club giocano infine un ruolo importante sul piano della legalità: dallo studio emerge che, nell´ultimo quadriennio, i club hanno fatto risparmiare alle casse dello stato 311mila euro, grazie alle attività condotte sui giovani, sulle famiglie, sulle comunità.
All’evento erano presenti, oltre al vicepresidente della Lega Pro Cristiana Capotondi, Gian Paolo Manzella, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Daniele Frongia, assessore Sport, Politiche giovanili e Grandi Eventi cittadini di Roma Capitale, Maria Elena Camarda, coordinatrice Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici Dipe Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, Anna Durio, presidente Robur Siena, Lorenzo Liotta, responsabile Impact & Financial Services ItaliaCamp.