Benemerenze 2011: anche ad Abete il premio per i dirigenti di lungo corso
lunedì 16 maggio 2011
Per la prima volta nella lunga storia delle Benemerenze, lo storico premio alla carriera promosso da LND e SGeS che rappresenta il riconoscimento ufficiale per l’impegno speso a favore del calcio giovanile e dilettantistico, anche il Presidente federale è sfilato per ricevere il suo premio: sabato scorso, in occasione della cerimonia 2011, il presidente della LND Carlo Tavecchio ha voluto così rendere omaggio all’impegno di Giancarlo Abete, per tanti anni in gioventù dirigente di un club dilettantistico nella periferia romana, la A.Be.Te.
“Sono grato a Tavecchio ed a tutti voi – ha commentato il Presidente federale rivolgendosi alla platea dei premiati - per la Benemerenza ricevuta perché la realtà che ho vissuto in termini personali è la stessa di tanti di voi: un ragazzo che seguiva tutte le domeniche la squadra dilettantistica della propria famiglia, girando il Lazio e poi altre regioni dove ci portavano i campionati di riferimento, per poi entrare, nel 1988, nella Figc”.
All’Hilton Rome Airport, sono state premiate in tutto 6 società che hanno compiuto 100 anni, 3 che hanno brindato ai 75 e 17 società giunte ai 50 anni; premiati poi 203 dirigenti, 57 operanti nelle strutture locali della Figc e 146 nei club dilettantistici e giovanili. A consegnare i riconoscimenti, oltre ad Abete e Tavecchio, è intervenuto il presidente del SgeS Gianni Rivera, alla presenza del Presidente della Lega Nazionale Serie B Andrea Abodi, del direttore generale della Figc Antonello Valentini, del Presidente della Commissione Benemerenze Benedetto Piras, da quest’anno succeduto ad Andrea Nicchiotti, scomparso nei mesi scorsi, al quale in avvio è stato tributato un minuto di silenzio, rivolto anche al compianto Enzo Bearzot. Sono inoltre intervenuti Francesco Ghirelli (direttore generale Lega Pro) e Ottorino Giugni (Consigliere Federale AIC).
Nel suo intervento, Abete ha voluto rendere omaggio ai premiati: “E’ questa un’opportunità per dare il giusto riconoscimento a chi ha speso tanto tempo per il calcio dilettantistico e giovanile, un mondo che è sempre stato il cemento su cui costruire la casa della Figc. Perché per noi l’interesse per il calcio è molto, gli interessi sono pochi: in questo calcio c’è soprattutto passione e orgoglio di recitare un ruolo sociale ma non ci sono interessi che ci distolgono dal progetto cui siamo collegati”. L’occasione è servita anche per parlare dell’attuale situazione interna alla Federazione, compresi gli attriti provenienti sul fronte dei club di Serie A: “La gran parte dei problemi li abbiamo al nostro interno: dobbiamo richiamare i grandi club ad una logica di responsabilità condivisa: nessuno riuscirà a risolvere i problemi del calcio professionistico né a colpi di numeri né rivolgendosi a organi di giustizia o tribunali ordinari”. Citando il Manzoni (“Il buon senso c’era ma stava nascosto per paura del senso comune”), Abete ha invitato i grandi club “ad usare il buon senso per affrontare i problemi”. Infine, il Presidente federale ha voluto invitare i rappresentanti del calcio di base “a guardare avanti con fiducia verso il futuro”, pur ricordando la necessità “di rafforzare le strutture territoriali e dare continuità al ceto dirigente che fino adesso ha portato avanti la LND, e quella di garantire la mutualità per i Dilettanti”.
Da parte sua Tavecchio si è rivolto alla politica per il riconoscimento del ruolo delle società dilettantistiche che svolgono attività meritoria sul territorio. "La legge sul dilettantismo è ancora bloccata in parlamento e non è più possibile che sulle nostre società, che svolgono un ruolo fondamentale nella gestione del tempo libero e nella formazione dei giovani, ricadano ogni tipo di incombenze".