Bilancio Sociale Figc. Abete: "Fare sistema sulla responsabilità sociale"
giovedì 25 ottobre 2012
Il primo Bilancio Sociale di una Federazione sportiva italiana nel rispetto degli standard internazionali ha il marchio della Figc: il documento, presentato oggi nella gremita Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, illustra in maniera completa l’attività, l’identità e la mission della Federcalcio, il suo ruolo nel sistema sportivo ma anche nel tessuto sociale del Paese, promuovendo così una comunicazione positiva dell’attività svolta dal sistema calcistico italiano, soprattutto sul fronte della responsabilità e della coesione sociale, e permettendo inoltre una effettiva verifica sul lavoro svolto dalla struttura.
Pareri di unanime consenso per la serietà del lavoro svolto dalla Federcalcio: il Presidente del Coni Giovanni Petrucci ha ricordato che “la Figc è la prima Federazione in Italia e tra le prime al mondo ad aver realizzato un documento del genere, segno che la struttura funziona, che alla base c’è trasparenza e che quando le cose si fanno seriamente i risultati arrivano”. Il Presidente della Figc Giancarlo Abete ha poi spiegato il senso del volume: “Sentiamo l’esigenza di comunicare positivamente con la società, vogliamo porre l’attenzione sulla coesione sociale generata attraverso iniziative come quelle svolte a Rizziconi, a L’Aquila, a Modena e in Emilia o la prossima a Quarto. Anche perché, come ha ricordato Paolo VI, il nostro è un secolo per testimoni, non per maestri e dunque la nostra dimensione è pensare di costruire qualcosa di positivo per il futuro”. Secondo Abete “attraverso questo documento, che è anche uno strumento di verifica per noi stessi, diamo conto dell’attività svolta dalla Figc, perché la nostra è una casa di vetro, e il nostro bilancio è pubblico”. Per il futuro, poi, il Presidente federale auspica di “valorizzare le proposte di tutte le componenti”, considerando che “attività di responsabilità sociale viene fatta da tutti, dalle Leghe Professioniste, dalla Lega Dilettanti che rappresenta più direttamente il volontariato, dall’Aia, dall’Aic e dall’Aiac; vogliamo provare a fare sistema, dobbiamo essere trasparenti e scambiarci informazioni”.
Il Bilancio Sociale 2012 della Figc, elaborato dal Centro Studi e Iniziative Speciali, è stato realizzato con il contributo della UEFA e redatto in collaborazione con PriceWaterhouseCoopers nel rispetto degli standard del GRI 3.1 (Global Reporting Initiative). Al suo interno sono analizzate nel dettaglio la mission, l’identità e le attività della Federazione, comprese quelle commerciali, comunicazionali e promozionali, le relazioni con gli stakeholders, gli interventi sul fronte dei rapporti internazionali, della sicurezza e dell’integrità; ampio spazio, poi, è dedicato al tema della responsabilità sociale: l’impegno sulla lotta al razzismo e alla discriminazione di genere, la sensibilizzazione nei confronti delle giovani generazioni, anche attraverso il coinvolgimento della Nazionale A su temi di particolare rilevanza sociale, fino alle politiche ambientali.
Accanto al presidente della Figc Abete erano presenti i tre vice presidenti Tavecchio, Albertini e Macalli, il direttore generale Valentini, il presidente dell’Aia Nicchi, il presidente del Settore Giovanile e Scolastico Rivera, in rappresentanza della Lega di A il direttore generale Brunelli, per la Lega di B il presidente Abodi, inoltre il presidente della Juventus Agnelli e della Lazio Lotito, il Partner di PricewaterhouseCoopers Paolo Bersani, il componente del Comitato Esecutivo UEFA Frantisek Laurinec e il Direttore delle Federazioni Nazionali e della Divisione Sviluppo FIFA Thierry Regenass, gli ex Presidenti Figc Franco Carraro e Antonio Matarrese.
Nel corso della presentazione il compito di entrare nel dettaglio del Bilancio Sociale è toccato a Michele Uva, Direttore del Centro Studi e Iniziative Speciali. “Avevamo la necessità – ha spiegato Uva - di avere uno strumento di dialogo interno per comunicare anche all’esterno il valore prodotto, studiare l’interdipendenza tra i fattori economici, sociali e sportivi e valorizzare tutte le attività della Figc”. “Abbiamo coinvolto – ha spiegato ancora il Direttore del Centro Studi - tutti i settori della Figc, hanno collaborato 31 uffici e più di 50 persone per circa 6 mesi, nei quali abbiamo mappato tutti gli stakeholders, individuando le attività da rendicontare, per poi raccogliere ed elaborare i dati e valutarne la compatibilità con lo standard GRI v.3.1. Ne viene fuori la radiografia del lavoro quotidiano della Figc, che dimostra gli aspetti positivi che vengono generati per il calcio e per lo sport italiano”.
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Nella foto: da sinistra il direttore generale Antonello Valentini, il presidente della Figc Giancarlo Abete, il presidente del Coni Giovanni Petrucci, il partner di PricewaterhouseCoopers Paolo Bersani, il direttore del Centro Studi e Iniziative Speciali Michele Uva