Centenario della nascita di Artemio Franchi. Infantino: “Difese i valori dello sport unendo il mondo del calcio”
Il presidente Ghirelli: “Ebbe l’intuizione incredibile di capire come la storia dei Comuni si potesse intrecciare con quella del calcio italiano dandogli un respiro nazionale e internazionale”. Vezzali: “Con il suo lavoro valorizzò il nome dell’Italia”lunedì 4 aprile 2022
E’ stata una mattinata di emozioni, quella vissuta oggi a Palazzo Vecchio di Firenze dagli studenti delle scuole superiori toscane, che hanno assistito al convegno “Franchi ieri, oggi e domani” dedicato ad Artemio Franchi, ultima tappa dei tre giorni dedicati allo statista del calcio a cento anni dalla sua nascita. Dopo l’inaugurazione del Museo Franchi nel Cortile di Michelozzo, la deposizione di una corona di fiori al cimitero di Soffiano dove è sepolto il dirigente toscano e un ricordo nello stadio della Fiorentina che porta il suo nome prima della gara contro l’Empoli, oggi è stata la giornata delle riflessioni sull’importanza di Franchi nel calcio italiano e mondiale.
Dario Nardella, Sindaco di Firenze, ha salutato i presenti rivolgendosi in particolare ai ragazzi: “Studiate ciò che ha fatto Franchi, perché può essere di grande ispirazione per aiutare a realizzare i vostri sogni”. Presenti anche il presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessore allo sport di Firenze Cosimo Guccione e Renzo Ulivieri, presidente dell’AIAC.
Il primo approfondimento “Racconto tra il privato e il calcio” è stato condotto da Marino Bartoletti con gli interventi di alcuni ex Presidenti federali: Giancarlo Abete, Antonio Matarrese e Carlo Tavecchio, mentre Franco Carraro ha mandato il suo saluto con un video messaggio come il presidente della Figc Gabriele Gravina, il commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini e Milena Bertolini, commissario tecnico della Nazionale Femminile.
Il secondo incontro “Artemio Franchi, il dirigente più bravo della storia del calcio italiano” è stato presentato da Marco Cattaneo: oltre a Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri FIFA, c’era Giancarlo Antognoni, ex capitano della Fiorentina e campione del Mondo nel 1982: “Io ero un giocatore titubante e timido – ha raccontato l’ex azzurro - lui mi aiutò a inserirmi. Credo che abbia plasmato un po’ tutti i presidenti FIGC nel tempo. Ora che il calcio italiano vive questo momento complicato, bisogna ripartire dai suoi insegnamenti”.
“Questi tre giorni dedicati ad Artemio Franchi a cento anni dalla sua nascita - dichiara il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli - sono dovuti. Nel 1959, creando la serie C, Franchi ebbe l’intuizione incredibile di capire come la storia dei Comuni si potesse intrecciare con quella del calcio italiano dandogli un respiro nazionale e internazionale. Ragionando a sistema e tenendo presente il suo insegnamento, potremo avere una crescita del movimento calcistico. Il calcio italiano, ad esempio, ha bisogno di maestri per i giovani, di infrastrutture. La sua idea di Coverciano fu geniale”.
Matteo Marani, presidente della Fondazione del Museo del Calcio, ha raccontato aneddoti e curiosità della vita di Franchi e del calcio italiano negli anni del grande dirigente fiorentino. “L’esperienza di Franchi è un patrimonio nazionale – queste le parole della sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali - scalò le gerarchie mondiali rimanendo legato alle tradizioni. Lo celebriamo per quello che ha fatto per lo sport ed il calcio in particolare: fu un uomo dalle idee innovative. Ha sempre avuto attenzione per i giovani e diede vita alla serie C Lega Pro che è l’idea più vera dello sport che lui amava. Con il suo lavoro valorizzò il nome dell’Italia”.
La conclusione del convegno è stata affidata al presidente della FIFA Gianni Infantino: “Il ruolo di noi dirigenti è quello di essere al servizio dei protagonisti sul campo e dello sport, Franchi riuscì a fare questo. Nel 1967, dopo la sconfitta in Corea del Nord, Franchi divenne presidente della FIGC e l’Italia vinse gli Europei. Fu un dirigente capace e disciplinato che difese i valori dello sport unendo il mondo del calcio. Riusciva a convincere tutti, credendo nelle proprie idee e nei suoi ideali. Essere qui a celebrare il più grande dirigente del calcio italiano è un dovere per me e per la FIFA”.
Al termine della giornata i bandierai di Firenze si sono esibiti in Piazza della Signoria, nel ricordo di Franchi, davanti ai presidenti Ghirelli ed Infantino e a tutte le autorità presenti.