Dai trionfi nel Milan a quelli in maglia azzurra: Cesare Maldini compie 80 anni
domenica 5 febbraio 2012
Per il clan Maldini è giorno di festa: Cesare, nella vita padre di cinque figli e nonno affettuoso, nel calcio fedelissimo di Nereo Rocco, di Enzo Bearzot, del Milan e della maglia azzurra, compie oggi 80 anni. Il traguardo più importante e forse con più significato di quelli, e sono tanti, che ha raggiunto percorrendo la strada di un calcio in continua evoluzione. Nella sua bacheca coppe e trofei, pagine di storia scritte dalla caparbietà del suo carattere, sessant’anni di calcio pluridecorato, una vita scandita da un punto fermo, la famiglia, e da sani e semplici principi.
Cesare Maldini, difensore dalla classe purissima, un fisico da attore, “vecchio” signore del calcio, di un calcio senza tecnologie, il calcio dei presidenti-padri, della squadra-famiglia, dello spettacolo fine a se stesso, di un calcio dove non giravano i soldi di oggi, che non era quotato in borsa, eppure acquistava un valore solido e prezioso quando la domenica i giocatori scendevano in campo.
Ventidue partite con la maglia della Nazionale, il Mondiale in Cile nel 1962, capitano dell’Italia per una stagione, ma i successi con la maglia azzurra arrivano quando decide di sedersi in panchina. Secondo di Bearzot dal 1980 al 1986 nella Nazionale che diventa Campione del Mondo a Spagna 1982, passa poi alla guida dell’Under 21 che porta per tre volte consecutive sul podio più alto d’Europa nel ’92, nel ’94 e nel ’96 con una squadra di piccoli campioni destinati alla Nazionale maggiore: suo figlio, Paolo Maldini, Buffon, Nesta, Cannavaro, Totti, Panucci, Vieri, sono solo alcuni dei prodotti di un vivaio che a quei tempi viaggiava al massimo della velocità. Dopo l’Under 21, Cesare, per tutti Cesarone, torna in Nazionale – dopo la gestione Sacchi - e questa volta in prima linea: siede sulla panchina azzurra nel dicembre 1996 e porta l’Italia a France 1998 dove esce ai rigori ai quarti di finale proprio contro i padroni di casa. Capitano di quella squadra è suo figlio Paolo: non era successo mai, in azzurro, che papà e figlio fossero in campo, da allenatore e da capitano. Insieme detengono un record mondiale: ben dieci finali di Champions League, anche se non tutte vinte. Papà Cesare ne ha giocate due e conquistata una; ha vinto quattro scudetti, una Coppa delle Coppe, una Coppa Italia, una Coppa Latina.
Se nella famiglia della Nazionale ha lasciato un segno indelebile, non da meno è stata la sua carriera da giocatore e allenatore di club. Dopo l’esordio in serie A a Palermo il 24 maggio 1953 (0-0), ha giocato 412 partite nel massimo campionato: 32 con la Triestina, 347 col Milan, 33 col Torino, segnando in tutto tre gol. La sua carriera di allenatore lo ha visto sulle panchine del Milan, accanto a Nereo Rocco, del Foggia, della Ternana e del Parma in C1 che porta alla promozione in serie B, prima del salto in azzurro, e in chiusura di carriera alla guida della Nazionale del Paraguay che portò ai Mondiali del 2002 dove è stata eliminata agli ottavi dalla Germania.
A dieci anni di distanza, ritroviamo Cesare Maldini circondato dalla sua splendida famiglia, raggiunto dagli auguri di tutto il mondo del calcio, degli amici, di vecchi compagni di squadra, di quel calcio di cui ha tanto da raccontare e che continua a seguire con la passione che aveva all’inizio del suo splendido e lungo viaggio.