Donne e calcio, un percorso integrato per incrementare la crescita del settore
giovedì 11 dicembre 2014
“Il futuro del calcio femminile in Italia”, è questo l’argomento di riflessione al centro della tavola rotonda promossa oggi dall’Associazione Italiana Calciatori con il patrocinio del dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del CONI Giovanni Malagò, il presidente della FIGC Carlo Tavecchio, il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti Felice Belloli, il presidente dell’AIC Damiano Tommasi, il direttore di Rai Sport Carlo Paris e l’On. Laura Coccia. È emerso un input chiaro che rafforza quanto già annunciato dalla nuova governance federale, che punta in maniera decisa sulla crescita del settore femminile. Il presidente della FIGC ha infatti affidato al vice direttore generale Francesca Sanzone il compito di tracciare un percorso integrato incentrato su 3 aree distinte e complementari: 1) quella tecnica; 2) quella sportiva; 3) quella di marketing e comunicazione.
Con le sue massime rappresentanze - insieme a Tommasi sono intervenuti il vice presidente Umberto Calcagno e le responsabili del progetto Katia Serra ed Ilaria Pasqui - l’AIC ha voluto porre l’accento sui risultati raggiunti dal calcio femminile nel resto d’Europa e sui margini di crescita che può avere il calcio italiano, in termini di tesserati, proprio grazie allo sviluppo della disciplina rosa. Molte le problematiche affrontate e diverse anche le soluzioni prospettate con un’attenzione particolare alle peculiarità dell’atleta donna ed alle risorse da valorizzare.
“Per superare le barriere culturali che impediscono al calcio femminile di crescere in Italia, sono convinto serva un enorme sforzo di sistema – ha affermato Tavecchio – la Federazione, le Leghe, Allenatori e Calciatori devono fare la loro parte così come le Istituzioni politiche perché quando si parla di pari opportunità bisogna anche garantire i presupposti economici per mettere in moto la crescita”. “È un dato inconfutabile, infatti – ha continuato il presidente della FIGC – che, a parte qualche piccola contribuzione spot, il calcio femminile si finanzia privatamente e con contributi della LND e della FIGC, il cui ammontare complessivo è in linea con gli standard europei”. “Stiamo lavorando – ha concluso Tavecchio – per incrementare le tesserate attraverso una riorganizzazione delle normative interne, per migliorare la qualità dei campionati, per elevare ancora di più lo standard e la formazione medico-scientifica, per individuare strategie di marketing e di comunicazione dedicate e per coinvolgere in maniera diretta le società di calcio professionistiche maschili di vertice per sfruttare la loro cassa di risonanza ed aprire così nuove opportunità al calcio femminile italiano”.
"C'è disponibilità da parte nostra – ha spiegato il numero uno AIC Damiano Tommasi - i progetti collimano e vanno nella stessa direzione. Dobbiamo creare una filiera unica che possa essere anche per la FIGC un motivo in più per portare avanti la seconda disciplina olimpica che abbiamo. Sono sicuro che il calcio femminile sia l'ambito federale con più ampi margini di crescita".
Il messaggio trasversale è fin troppo chiaro, bisogna crederci, ed uno dei primi banchi di prova per l’Italia è rappresentato dall’assegnazione della finale di Champions League femminile nel 2016. Un appuntamento internazionale su cui la Federazione sta lavorando per dare ulteriore impulso alle iniziative che, già a partire dalla prossima stagione, verranno messe in campo.