Forum sul Calcio Giovanile al Corriere dello Sport
venerdì 8 settembre 2017
I 70 anni trascorsi dalla fondazione del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC il prossimo 15 settembre e la riforma dei Campionati giovanili, che ha appena compiuto un anno e domani ai nastri di partenza, sono le due ricorrenze che simbolicamente hanno fornito l’occasione per tenere, presso la sede del Corriere dello Sport a Roma, un forum dedicato al calcio dei giovani. Una realtà che in Italia coinvolge circa 700.000 ragazzi tra i 5 e i 17 anni, attività che viene regolamentata e organizzata dalla FIGC attraverso il Settore Giovanile e Scolastico. Ospiti nella sede del quotidiano, il presidente del Settore Giovanile e Scolastico, Vito Tisci, il segretario, Vito Di Gioia, il coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili, Maurizio Viscidi, il responsabile tecnico dei Centri Federali Territoriali, Maurizio Marchesini, il responsabile del Settore Giovanile della Lazio, Mauro Bianchessi e due calciatori delle Under 17 di Roma e Lazio, Luca Chierico e Mattia Petricca.
Un incontro durato circa due ore, stimolato dalle domande poste dai giornalisti della testata sportiva Alberto Dalla Palma, Edmondo Pinna e Alberto Ghiacci, durante il quale sono stati affrontati i temi della crescita, sia psicologica che tecnica, del giovane calciatore lungo il suo percorso che inizia dalle Scuole Calcio per arrivare ai primi campionati di categoria.
Vito Tisci ha aperto la serie di interventi parlando di quanto sia delicato il rapporto che si stabilisce con i giovani in questa particolare fase della vita e di come le iniziative a sfondo sociale del Settore, il rapporto con la Scuola ma soprattutto il ruolo degli allenatori sia fondamentale: “Dobbiamo preoccuparci di formare dei cittadini e non solo dei calciatori – sottolinea il Presidente del SGS - e in questa dinamica abbiamo bisogno di formatori e non solo di allenatori, a partire dall’attività che si svolge nelle Scuole Calcio. L’istituzione recente dei Centri Federali Territoriali ha questo preciso scopo: grazie alla collaborazione con le Società, tentiamo di raccogliere le migliori energie del territorio circostante e dare delle linee guida ai tecnici locali sia sotto il profilo dell’approccio pedagogico che tecnico. Parallelamente a tutto ciò, i Centri si occupano anche del reperimento dei talenti che magari sfuggono dalle maglie delle società professionistiche”. Un processo di crescita che prevalentemente si svolge all’interno delle Società sportive, attraverso le quali il bambino sviluppa le sue capacità sino a diventare un ragazzo, momento in cui comincia ad affrontare le prime sfide nei campionati giovanili: “Lo scorso anno - spiega Tisci - abbiamo messo in opera quello che da anni si stava discutendo, una riforma dei Campionati con i Club di Serie che si adeguasse agli standard europei e alle esigenze delle Nazionali giovanili”.
Concorda Maurizio Viscidi, che di questa riforma è stato protagonista: “Vorrei dire – spiega il coordinatore – che si è raggiunto questo risultato grazie al dialogo che è intervenuto tra le Società, il SGS e il Club Italia. Oggi le squadre si affrontano senza la grande disparità di prima: non ci sono più i 10-0 e la competizione sul campo fa crescere di più quando i valori si equivalgono. La suddivisione tra Under 17, 16 e 15 ha creato una maggiore linearità nello sviluppo delle capacità di individualità, non ci sono più i buchi della doppia annualità che c’era con le categorie Allievi e Giovanissimi. Per quel che riguarda l’attività delle Nazionali, con questa riforma subentra la stessa suddivisione esistente in azzurro e quindi diventa diretto il rapporto tra la selezione e la squadra Nazionale”. Sulla valorizzazione del talento e dei giovani nel campionato italiano Viscidi risponde così: “I giovani calciatori in Italia hanno una maturazione più lenta che negli altri Paesi e mandare o meno in campo un giovane dipende dalla strategia che il Club vuole attuare: spesso gli allenatori non se la sentono di rischiare quando, per esempio, c’è in ballo la salvezza. Ultimamente, anche grazie alla crisi, c’è stata una timida inversione di tendenza. Comunque il ‘talento’, per trasformarsi in ‘giocatore’, ha bisogno di pratica ed esperienza che maturano solo attraverso il gioco e il giusto approccio psicologico”.
Sui Centri Federali Territoriali Marchesini ha sottolineato quanto sia fondamentale il recupero del metodo nell’allenamento: “Stiamo cercando di fornire ai tecnici del territorio delle linee guida, anche per anticipare quello che sarà il calcio che i ragazzi giocheranno quando tra qualche anno diventeranno calciatori. Comunque la condizione per poter ottenere i migliori risultati, per noi, è quello di creare un ambiente sereno e gioioso”. Per la Federazione questo progetto comporterà un impegno in termini di risorse non indifferente, afferma il Segretario SgS Vito Di Gioia: “A pieno regime - l’obiettivo è arrivare a 200 centri in tutta Italia - l’onere finanziario per sostenere tutta l’attività, sarà di 9 milioni di euro”.
Dal punto di vista dei Club, un esempio è stato offerto attraverso il responsabile del settore giovanile della Lazio, Mauro Bianchessi: “Al pari della Federazione, anche noi applichiamo il Tipss – acronimo per tecnica, intelligenza, personalità, speed e struttura - come metodo di selezione e, una volta selezionato un ragazzo, vogliamo anche conoscere i genitori per capire come vivono l’esperienza agonistica del figlio. Inserito nella squadra riteniamo che più la sua esperienza calcistica si “internazionalizza” attraverso l’attività con le Nazionali e gli incontri con società straniere, più è valida”.
L’incontro e i temi discussi sono stati riportati in un lungo articolo apparso oggi sul Corriere dello Sport.
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