Grande successo per l’esordio a Firenze dello show “Razzisti? Una brutta razza”
sabato 21 febbraio 2015
Uno show coinvolgente che ha intrattenuto per quasi due ore oltre 500 giovani calciatori delle società di calcio della Toscana su temi attuali come la lotta al razzismo, l’integrazione sociale e l’accettazione di tutte le diversità: l’esordio dello spettacolo “Razzisti? Una brutta razza (…e non li vogliamo allo stadio!)”, promosso oggi dalla FIGC a Firenze nella splendida cornice della Sala dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, ha avuto davvero un grande successo.
Il conduttore Antonello Piroso, direttore artistico del progetto, è riuscito a tenere vivo l’interesse dei ragazzi in sala per tutta la durata dello spettacolo, centrando l’obiettivo ambizioso che il progetto si è fissato: parlare di un tema attuale come il razzismo, che riguarda il calcio tanto quanto il contesto sociale nel quale viviamo, e far riflettere i giovani calciatori sugli esempi da seguire e sui comportamenti da adottare nello sport e nella vita.
E’ stato possibile raggiungere i ragazzi grazie a linguaggi semplici e diretti, ad immagini riprese da film dedicati al razzismo nello sport (da "Glory Road" a "42, la vera storia di una leggenda americana", da "Il sapore della vittoria" a "Invictus"); al coinvolgimento dei Social Media (gli autori dei due migliori tweet hanno ricevuto in omaggio due magliette della Nazionale); all’ironia di Giobbe Covatta, applauditissimo il suo monologo comico dedicato alla fantomatica tribù dei Katana; al rap di Frankie Hi-Nrg, che ha chiuso lo spettacolo con il pezzo "Libri di sangue"; all’appeal di Marco D’Amore, il “Ciro” di Gomorra che ha letto dal palco una lettura tratta da “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun; alle testimonianze di Clarence Seedorf, ambasciatore Uefa contro il razzismo, di Khouma el Babacar, attaccante della Fiorentina incitato a più riprese dai tifosi che hanno tirato fuori anche sciarpe e magliette viola d’ordinanza, e di Fiona May, ex atleta da agosto a capo della Commissione della FIGC per l’integrazione e la lotta al razzismo; e grazie infine alle riflessioni di due addetti ai lavori quali Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo e autore tra l’altro di ‘Dallo scudetto a Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz’ e Andrea Di Caro, vice direttore della Gazzetta dello Sport, che ha trasmesso in diretta streaming sul sito gazzetta.it tutto l’evento.
Uno dopo l’altro, i protagonisti hanno parlato ciascuno con il proprio linguaggio ai ragazzi, per poi sedersi su una panchina di calcio, per poi rientrare in campo alla fine quando, di nuovo tutti insieme al centro del palco, hanno concluso con una foto ricordo che è uno spot meraviglioso contro il razzismo e per l’integrazione.
In platea, tra gli altri, sono intervenuti il Presidente federale Carlo Tavecchio, il DG della Federcalcio Michele Uva, il Vicepresidente FIGC e Presidente della Lega Pro Mario Macalli, il Presidente dell’AIA Marcello Nicchi, il Presidente dell’AIAC Renzo Ulivieri.
“Credo che quella di oggi – ha commentato al termine dell’evento il Presidente federale Carlo Tavecchio - sia stata una bella iniziativa, in una città multietnica. Per quanto ci riguarda vogliamo seminare dove il terreno è più fecondo, tra i giovani, perché solo attraverso l'educazione allo sport sano si può contribuire a creare una società migliore. Dobbiamo tutti insieme favorire una immagine positiva dello sport e del calcio”. "L' Italia - ha detto Seedorf - ha dimostrato di dare molto calore a chi viene dall' estero. Oggi sta vivendo un momento di cambiamento, sta diventando multietnica e credo sia una cosa bellissima". "Non in tutti gli stadi - ha aggiunto Babacar - ci sono episodi razzistici, anzi in pochi e vanno combattuti. Il calcio é lo sport che amo, non lascio che gli altri me lo rovinino". Fiona May é stata chiara: "Se dovessi rispondere se c'é razzismo in Italia, dovrei rispondere ni. C'é razzismo, ma non tanto di più rispetto agli altri paesi del mondo". "L' Italia - ha aggiunto - é un paese di accoglienza ma allo stesso tempo c'é paura. Bisogna imparare a conoscere il diverso. Siamo tutti uguali. Ci sono tante persone che non vogliono cambiare, non vogliono andare avanti".
Il progetto. “Razzisti? Una brutta razza (…e non li vogliamo allo stadio!)” è il format promosso dalla FIGC sul tema dell’integrazione che si rivolge ai calciatori delle squadre giovanili e conta di coinvolgere nei prossimi due anni decine di migliaia di ragazzi. Ideato dalla Commissione per l’integrazione e la lotta al razzismo presieduta da Fiona May e fortemente voluto dal presidente federale Carlo Tavecchio, l’evento diretto da Antonello Piroso si svolgerà attraverso 20 tappe, una per ogni regione e prevede ogni volta il coinvolgimento di protagonisti della cultura, dello sport e dello spettacolo chiamati a parlare di lotta al razzismo, integrazione e accettazione delle diversità. In ogni tappa, il format prevede 3 fasi complementari:
Parliamone in campo: approfondimento sul razzismo durante gli allenamenti;
Presentiamoci al territorio: presentazione dell’evento ai Media locali;
Solo per i ragazzi: lo show vero e proprio riservato ai giovani calciatori.
I prossimi appuntamenti già definiti sono: Torino (marzo), Catanzaro (aprile), Bari (maggio), Bologna (giugno).