Il no dell’Ifab alle tecnologie. Abete: “Un errore non sperimentare”
lunedì 8 marzo 2010
Dopo la bocciatura ''a lungo termine'' alla sperimentazione tecnologica nel calcio, decisa dall’International Board nella riunione di sabato scorso, il Presidente della Figc Giancarlo Abete invita il calcio italiano a “godersi il campionato così come è”, evitando di avvelenare ogni dopopartita. Intervenuto questa mattina alla trasmissione “Radio Anch’io lo sport” su Radio Uno, Abete analizza la scelta dell’organismo abilitato a modificare le regole del calcio: ''La decisione dell’IFAB conferma la direzione presa con unità di intenti da Fifa e Uefa di privilegiare l'aspetto umano dell'arbitraggio senza consegnarlo alla tecnologia. E dunque si vuole verificare l'utilità dei due arbitri sperimentali impiegati quest’anno in Europa League”. Alla base del no del Board, secondo Abete, c’è soprattutto la riflessione sui problemi che l'impiego della tecnologia comporterebbe nelle federazioni nazionali meno attrezzate: ''Cio' non toglie – fa notare però il presidente della Federcalcio - che la sperimentazione possa essere possibile. Ripeto: se non si prova, c'e' un errore di metodo prima che di merito”. Anche perché, Abete pensa al quadro italiano: “Da noi, dove ogni fischio viene vivisezionato e ci sono livelli di pressione e tensioni superiori rispetto ad altri paesi, l'aiuto hi-tech consentirebbe agli arbitri di agire con maggiore serenità”.
Se il ricorso alla tecnologia per ora è ulteriormente rinviato, Abete ha voluto chiarire anche la questione delle squalifiche per bestemmie che negli ultimi giorni ha fatto discutere: ''La norma che abbiamo introdotto - ha commentato – ha l'obiettivo di far rispettare delle regole comportamentali. E' chiaro che la sua applicazione, come spesso accade con le norme giovani, va tarata bene e sono certo che non potra' che migliorare in futuro. Ribadisco pero' che l'obiettivo e' il rispetto di certi comportamenti e il calcio non puo' essere fuori da queste regole''.