Il presidente Abete: “Su Euro 2016 chiediamo percorsi trasparenti”
lunedì 17 maggio 2010
“Non ipotizzo pregiudizi sull'Italia, che deve avere la sua politica sportiva a livello internazionale. Noi ora completeremo la valutazione comparata dei dossier e faremo le nostre contro-valutazioni”: il presidente della Figc, Giancarlo Abete, torna a parlare della candidatura italiana agli Europei del 2016, dopo la valutazione espressa sul sito della Uefa il 14 maggio.
Abete, che non considera del tutto negativo il giudizio sul progetto italiano, sottolinea alcune incongruenze nei criteri di valutazione. “La Uefa ha una situazione atipica: il peso dell'Italia è uguale a quello di Andorra o San Marino – ha spiegato ai microfoni di Radio anch'io lo sport - Se si sceglie come per il 2012 di aprire ai paesi dell'Est, non si possono mettere a confronto con situazioni diverse. Lo stesso avviene anche per il 2016: la Turchia si presenta con una forza solo progettuale perchè ha due stadi e gli altri sette tutti da costruire, mentre Italia e Francia rispettivamente hanno tre e quattro impianti da fare ex novo. Mettere in competizione solide realtà e progetti è un errore metodologico”.
Il presidente della Figc non perde dunque l'ottimismo: “Stiamo studiando le valutazioni sui venti capitoli: va detto che ogni settore ha un suo peso ponderato, il 16% per gli stadi, l’11% per le strutture ricettive, poi c'è la sicurezza. Si è detto che la Uefa non era soddisfatta della nostra concezione generale del torneo, ma questa pesa solo l'1%. Penso che un grande paese calcistico come l'Italia deve avere la capacità di presentare le sue posizioni di politica sportiva: noi abbiamo fatto un percorso trasparente, speriamo lo rimanga fino in fondo”.