L’Europa del calcio contro discriminazioni e razzismo. Platini: “Promuovere la diversità”
mercoledì 10 settembre 2014
L’Europa del calcio è riunita a Roma per combattere le discriminazioni e dire no al razzismo. “Respect Diversity”, la conferenza organizzata dalla UEFA con la partecipazione della rete FARE e di FIFPro (l'unione mondiale calciatori) e con il supporto della Federcalcio, ha aperto i battenti oggi con la partecipazione di oltre 200 delegati in rappresentanza delle federazioni associate UEFA, delle leghe, dei club, delle organizzazioni politiche e di governo, delle associazioni non governative (ONG), delle minoranze, oltre a esperti del settore e giornalisti.
Ad aprire i lavori è stato il presidente della Uefa Michele Platini che, nel suo discorso, ha sottolineato il ruolo del calcio come buon esempio per la società in termini di diversità, e come fattore di educazione per punire chi trasgredisce. “Il calcio è uno straordinario esempio di mix sociale e di diversità di ogni tipo. Dal più insignificante calcio al pallone nelle periferie, alle luci della ribalta della finale di UEFA Champions League, la diversità, come riflesso della globalizzazione, è esposta apertamente insieme alle sfide e alle opportunità che porta. Chi governa il nostro sport deve proteggere i giocatori da qualsiasi forma di discriminazione in quello che è, a tutti gli effetti, il loro posto di lavoro. Questo semplicemente perché i giocatori, come esseri umani, hanno diritto a essere rispettati. ‘RESPECT’ è il nome della campagna che ho lanciato sei anni fa per fermare in tackle - dato che stiamo parlando di calcio - i mali che spesso affliggono il nostro sport. Al centro della nostra preoccupazione c'è, ovviamente, la discriminazione. Il calcio accoglie, include e integra. Non discrimina nessuno e non perseguita nessuno. E' una guida per il progresso della società. E' questo quello in cui credo e quello per cui lotto”.
In rappresentanza della Federcalcio hanno partecipato il vicepresidente vicario e numero uno della Lega di Serie A Maurizio Beretta, il direttore generale Antonello Valentini, il neo consigliere all’integrazione Fiona May e il responsabile dei rapporti internazionali Sergio Di Cesare e, in veste di vicepresidente UEFA, era presente anche l’ex presidente della Figc Giancarlo Abete.
Dall’ex campionessa azzurra del lungo, Fiona May, neofita del mondo del calcio, il primo messaggio: “Quello del pallone non era il mio mondo - spiega nel suo intervento - mi interessa e sto imparando a conoscerlo. Ritengo che sia necessario
intervenire come in Germania, Inghilterra e Belgio su queste tematiche. Serve un modello unico, che parta dalla base, dalle scuole, dai bambini piccoli e coinvolgere non soltanto i club, ma anche i tifosi. Ciò può avere un impatto positivo anche per la
sicurezza. Dobbiamo sradicare il razzismo, è un problema di istruzione”.
Nella giornata di domani sono in programma workshop tematici e discussioni sulla lotta all’omofobia, sul lavoro con le minoranze etniche e su come le federazioni possano preparare piani di azione, oltre ad una sessione dedicata ai giocatori in cui interverranno il designatore degli arbitri UEFA Pierluigi Collina, l'ex tecnico del Milan Clarence Seedorf e il difensore della Roma Urby Emanuelson.