La tessera del tifoso per festeggiare il centenario della Nazionale
lunedì 13 luglio 2009
Dai successi degli Azzurri di Pozzo negli anni Trenta al trionfo della Nazionale di Lippi nel 2006,la storia del calcio italiano si è intrecciata in modo significativo con la storia del Paese, segnandone nelle varie epoche la crescita civile, economica e culturale: è stato questo il motivo conduttore del dibattito che la Fondazione Museo del Calcio della FIGC ha organizzato a Roma, nella sede del Vittoriano, mettendo a confronto le esperienze e le riflessioni di testimoni illustri.
Insieme al presidente della FIGC Giancarlo Abete, il quale ha voluto ricordare che quest’anno ricorre il centenario della Nazionale, che accompagna la storia del nostro Paese (esordio 15.5.1910 Italia – Francia) ha commentato “ la festeggeremo con la tessera del tifoso”, ne hanno discusso il giornalista Antonio Ghirelli e il sovrintendente ai Beni culturali del Comune di Roma Umberto Broccoli, moderatore Jacopo Volpi (assente all’ultimo momento a causa di un piccolo incidente Sergio Zavoli).
“Gli italiani nel pallone. La nostra storia, il nostro calcio” era il tema scelto per sottolineare come calcio e società civile siano cresciuti in parallelo e come il calcio -al di là dei valori strettamente agonistici- sia diventato nel corso degli anni un fenomeno di costume, fino a coinvolgere milioni e milioni di persone legate da un’unica autentica passione sportiva.
Gli interventi di Ghirelli, Broccoli e Abete hanno quindi riproposto una lunga cavalcata attraverso la storia della Nazionale, i suoi quattro titoli mondiali, i vizi e le virtù del calcio, le vicende umane e professionali di tanti personaggi, tra dirigenti, calciatori, tecnici. Broccoli, con il suo prezioso contributo, ha sottolineato come il calcio sia un fenomeno aggregante, come il calciatore abbia preso il posto dell’eroe epico disputando una battaglia senza armi, mutuandone il linguaggio. Ripercorrendo brillantemente la storia del nostro calcio, attraverso aneddoti inediti, Ghirelli si è congedato con un appello: “salviamo questa creatura del calcio”