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Le dimissioni di Baggio dal Settore Tecnico e la replica della Figc

giovedì 24 gennaio 2013

Le dimissioni di Baggio dal Settore Tecnico e la replica della Figc

Roberto Baggio ha annunciato di voler lasciare la presidenza del Settore Tecnico della Figc. Lo ha reso noto in un’intervista rilasciata al Tg1. ''Non mi è stato permesso di lavorare – ha dichiarato - il mio programma di 900 pagine è rimasto lettera morta. Ne traggo le conseguenze, non sono più disponibile ad andare avanti ”. Immediata è arrivata la replica della Figc. Da Ginevra, dove è sbarcato ieri per partecipare ad una riunione della Uefa, il presidente Giancarlo Abete ha risposto all’ex calciatore della Nazionale: “Roberto Baggio è una persona di grande qualità, come uomo e come tratti. Ma non sentiva come suo quel ruolo dirigenziale: non lo gratificava. Non sono sorpreso dal suo annuncio, me lo aveva anticipato. Per i suoi impegni internazionali e perché non si sentiva gratificato, non ha mai avuto la possibilità di dedicare molto tempo alla sua attività. In questi due anni – ha ricordato il presidente federale - ha seguito i corsi allenatori fino al master. In molti poi hanno criticato il patentino ad honorem ai componenti del direttivo, come se si profilassero ruoli diversi in futuro..''.

Nel corso dell’intervista al Tg1, Baggio ha spiegato i motivi alla base della sua decisione, giustificando anche le sole 3 presenze in 23 riunioni del Consiglio Federale:  “Non avevo diritto di voto e ho capito che era inutile stare ad assistere a riunioni che nulla avevano a che fare con il mio incarico di presidente del settore tecnico. Faccio un esempio: quando abbiamo presentato il progetto, abbiamo fatto cinque ore di anticamera e abbiamo avuto un quarto d'ora per presentarlo. E' stato approvato, sono stati stanziati 10 milioni, e sono grato al presidente Abete. Ma purtroppo al momento non ho ricevuto i fondi, e tutto è rimasto sulla carta''.
In merito al progetto presentato da Baggio, Abete ha sottolineato il fatto che sia rimasto ‘sulla carta’ non per volere della Figc:  ''Il progetto elaborato con l'ausilio di consulenti esterni – ha raccontato il numero uno della Federcalcio - era stato discusso in Consiglio federale e modificato: in principio era finalizzato allo scouting di calciatori, ma quello spetta al Club Italia e ad Arrigo Sacchi. A Baggio spettava la formazione dei tecnici. Il Consiglio federale ha concordato le modifiche e stanziato i soldi, che ci sono e non sono un problema. Ma poi era il settore tecnico a dover dare seguito, con la Lega Dilettanti, per la nascita di centri federali in tutte le regioni. E invece si è fermato lì, non ha fatto il secondo passo. Evidentemente per una scelta di Baggio''.
Sul ruolo del manager dell’ex calciatore azzurro Vittorio Petrone, Abete ha spiegato: “Abbiamo sempre parlato con Baggio e con Petrone, anche perché farlo con il primo senza il secondo non era possibile: ma era chiaro e naturale che lui avesse un rapporto di fiducia, preferenziale, con Petrone. Lo ha sempre seguito passo passo''.  Per il futuro il presidente federale non chiude la porta a Baggio: “Il nostro auspicio è che se non fa scelte diverse, ci possa ancora essere spazio per collaborazioni spot, su progetti mirati''.