Lotta alle discriminazioni e al razzismo: si è conclusa a Roma “RespectDiversity”
giovedì 11 settembre 2014
Secondo e ultimo giorno a Roma del “RespectDiversity 2014”, la conferenza organizzata dalla UEFA con la partecipazione della rete FARE e di FIFPro (l'unione mondiale calciatori) e con il supporto della Federcalcio. All’incontro - voluto dalla Uefa per incentivare la lotta alle discriminazioni nel calcio e per fornire le linee guida sulla gestione del razzismo – hanno partecipato oltre 200 delegati in rappresentanza delle federazioni associate UEFA, delle leghe, dei club, delle organizzazioni politiche e di governo, delle associazioni non governative (ONG), delle minoranze, oltre a esperti del settore e giornalisti. Presenti, in rappresentanza della Federcalcio, il vicepresidente vicario e numero uno della Lega di Serie A Maurizio Beretta, il direttore generale Antonello Valentini, il neo consigliere all’integrazione Fiona May e il responsabile dei rapporti internazionali Sergio Di Cesare, oltre all’ex presidente Giancarlo Abete, in veste di vicepresidente UEFA.
Dopo l’appello di ieri del presidente Uefa Michel Paltini, che ha sottolineato il ruolo del calcio come buon esempio per la società in termini di diversità, e come fattore di educazione per punire chi trasgredisce, nella giornata di domani si sono svolti workshop tematici e discussioni sulla lotta all’omofobia, sul lavoro con le minoranze etniche e su come le federazioni possano preparare piani di azione, oltre ad una sessione dedicata ai giocatori.
Tra gli interventi quello del designatoredesignatore degli arbitri della Uefa, Pierluigi Collina: “Anche gli arbitri devono dare il loro contributo al cambiamento. Si parla o si focalizza l'attenzione sul razzismo, che sicuramente è importante, ma poi ci sono altre diversità di cui si deve tenere conto e che vanno altrettanto combattute, una su tutte l'omofobia. Credo che sentirsi tutti uguali e partecipare tutti nella stessa maniera in uno sport come il calcio sia un diritto, ma anche un dovere. Un diritto per chi è considerato diverso, un dovere per chi invece vive la società”.
Lancia, invece, l’allarme l’ex allenatore del Milan Clarence Seedorf: “E' triste vedere come ci siano pochissimi allenatori neri. La discriminazione è una realtà forse più preoccupante che in passato. La Uefa ha preso una posizione di cui si cominciano a vedere i risultati, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Tutti vogliamo un calcio che possa esser vissuto in maniera sana e con grande rispetto, questa è una lotta continua e speriamo che questo evento possa dare nuovi stimoli per azioni concrete”.