È venuto a mancare nei giorni scorsi a Milano all’età di 85 anni Giuseppe Chiappella, 17 volte Azzurro e storico capitano della Fiorentina nelle cui fila militò per tutto l’arco della sua carriera di calciatore professionista conquistando, nella stagione 1955/56, il primo scudetto della storia viola. Il Presidente Giancarlo Abete ha espresso il più vivo cordoglio a nome della Federcalcio per la perdita di un protagonista di primo piano del calcio nazionale, che lascia in tutti gli appassionati un ricordo indelebile per la passione e la competenza con la quale ha interpretato il calcio, sia in veste di giocatore che di allenatore.
Chiappella approdò in Nazionale l’11 novembre del 1953 in occasione dell’incontro valido per la qualificazione alla Coppa Rimet disputato al Cairo e vinto dall’Italia per 2-1. Mediano con spiccata vocazione difensiva, dotato di personalità e visione di gioco, era parte integrante di quel blocco viola – assieme a lui il portiere Sarti, Rosetta, Segato, Orzan, Montuori, Gratton, Virgili, Magnini e Cervato – che caratterizzò le vicende azzurre negli anni difficili e interlocutori che seguirono alla tragedia di Superga. Chiappella disputò la sua ultima partita con la Nazionale il 22 dicembre del 1957, un amaro 3-0 al Portogallo rivelatosi poi ininfluente ai fini della qualificazione alla Coppa Rimet ’58 nel corso del quale il mediano riportò un infortunio che lo escluse dalla Finale di Coppa dei Campioni che la Fiorentina avrebbe disputato di lì a poco contro il Real Madrid. Conclusa l’attività agonistica nel 1959, Chiappella intraprese la carriera di allenatore affiancando l’ungherese Hidekguti sulla panchina della Fiorentina con la quale si aggiudicò (1961) l’accoppiata Coppa delle Coppe/Coppa Italia. Conquistata di nuovo la Coppa Italia sotto le insegne viola nel 1966, Chiappella guiderà successivamente nell’arco di un ventennio Napoli, Cagliari, Inter, Verona, Pisa e Pescara prima di chiudere il suo ciclo ad Arezzo nel 1985.