Migliaia di persone commosse per l’ultimo saluto a Garrone
mercoledì 23 gennaio 2013
“Ciao presidente” è la scritta che campeggia sullo striscione appeso lungo la facciata della Chiesa del Gesù, dove si sono celebrati i funerali del presidente della Sampdoria Riccardo Garrone. Migliaia di persone hanno affollato piazza Matteotti, a Genova, per dare l’ultimo saluto all’uomo che tanto ha amato il calcio e la sua squadra. Per uno strano scherzo del destino, i funerali di Garrone sono stati celebrati nel giorno del suo settantasettesimo compleanno. A officiare la cerimonia funebre, per volontà della famiglia a porte chiuse, l'arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco che lo ha ricordato così: “Ha operato per il bene della città, non solo da un punto di vista imprenditoriale e sportivo, ma in maniera assoluta. Era un uomo che pensava e decideva”.
Oltre alla società Genoa al gran completo con il presidente Enrico Preziosi, alla funzione ha presenziato Antonio Cassano, “croce e delizia” del patron scomparso, tantissimi ex giocatori rossoblucerchiati. Molteplici i dirigenti di calcio: il patron dell'Inter Moratti, l’a.d. della Fiorentina Mencucci, quello della Juve Marotta, oltre ai ds Tosi e Sensibile che hanno lavorato per la Sampdoria e il presidente della Reggina Foti. Per il Milan presente l’ex giocatore della Samp Pazzini insieme a Franco Baresi, e ancora il dg etneo Gasparin, Corioni del Brescia, Inchini e il ds del Siena Antonelli, per il Napoli il ds Bigon e Grava, il presidente della Lega di Serie B Abodi, per la Roma il dg Baldini, poi l’amico di sempre Aldo Spinelli e suo figlio Roberto, oltre ai tre figli di Paolo Mantovani.
In piazza Matteotti sotto la pioggia, transennata e sorvegliata da steward e polizia, almeno un migliaio di persone tra tifosi doriani e cittadini comuni hanno accolto con un grande applauso l’arrivo della salma con ai lati tutto il settore giovanile blucerchiato, mentre i gruppi della Sud hanno alzato lo striscione “Ciao Presidente”. A sostenere la bara i suoi giocatori: da capitan Gastaldello a Romero, da Obiang a Munari.