Nicchi detta le regole e rilancia: “Per i miei arbitri operazione simpatia”
lunedì 9 marzo 2009
Gli arbitri potranno parlare, ma mai a caldo. E soprattutto mai tra le polemiche, perchè di fronte agli attacchi “ce ne torneremo nel nostro guscio”. A tre giorni dalla sua elezione, il neo presidente dell'Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi, rilancia l'“operazione simpatia” dei direttori di gara che avranno facoltà di parola. Ma detta le condizioni. “Non ho intenzione di mandare persone allo sbaraglio -
dice Nicchi ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport - ma voglio che la gente ci conosca: finora abbiamo sbagliato su una cosa, non siamo stati bravi nel marketing. E invece siamo capaci di far capire chi siamo e come lavoriamo: questo ci porterà a
uscire da quella cappa che ci avvolge da tempo. Vogliamo dire quando sbagliamo, ma lanciare anche un'operazione simpatia, e sentirci dire che abbiamo fatto bene. Ma in ambiente polemico non ci vedrete mai, e mai commenteremo a caldo: finchè non si
è espresso il giudice sportivo noi non possiamo parlare”.
Nicchi spiega che la novità sarà introdotta per gradi. “Se subiremo attacchi ce ne torneremo nel nostro guscio - dice - bisogna fare le cose per gradi: e con calma, ogni cosa la concorderò con le istituzioni. Anche quando inizieremo a farci vedere dalla gente, si partirà con quelli che sono all'altezza di mostrarsi e parlare”. Il neo presidente degli arbitri ha detto che il suo lavoro è nel segno della continuità.
“Sono grato a Gussoni per quanto fatto in questi due anni – continua Nicchi -cercheremo di farne tesoro e fare meglio, per dare sempre più qualità al gioco del calcio. Nel mondo arbitrale si è levato un grido di gioia: hanno bisogno di chi
li rappresenti sempre e offra loro protezione, sentono che c'è qualcuno che viene dal campo come loro. Gli arbitri si devono sentire più sereni perché senza tranquillità non c'è qualità”.
Il neopresidente dell'Aia guarda al futuro e non chiude la porta alle tecnologie:
“Non rifiuto mai il progresso: nel campo della tecnologia dico che se domani, in accordo con le istituzioni, viene sperimentato un sistema che aiuta l'arbitro, per me è positivo. Preclusione verso la moviola? Se a scopo didattico è importante, a scopo polemico è devastante. Nelle diatribe tra società noi non vogliamo entrare, ma solo dare spiegazioni tecniche”.
La nuova Aia vedrà “qualche faccia nuova”, ma Nicchi vuole soprattutto salvare il parco arbitri esistente: “Quelli che negli anni hanno dato contributo non si possono perdere, sono un patrimonio. Non voglio più perdere arbitri, chi si avvia a conclusione deve restare a dare una mano. Abbiamo bisogno di arbitri nuovi, ma prima dobbiamo cercare di non perdere quelli che abbiamo. Il nostro principale scopo è di sbagliare sempre meno: quando facciamo un errore lo ammetteremo, ma se facciamo bene fateci un applauso”.
Quanto a Pierluigi Collina, Nicchi ribadisce la fiducia: “A livello tecnico è una risorsa indispensabile, ha la mia massima fiducia e stima. Ma anche lui non deve sentirsi arrivato, né rilassato”. Alfredo Trentalange, entrato nella squadra, “avrà il compito di creare uniformità tecnica, portando le regole dalla serie A fino al settore giovanile”. E Nicchi si è messo al lavoro: in attesa di un incontro con il presidente
Abete, già in settimana, ha fissato per la prossima la riunione del Comitato Nazionale, ed entro fine mese un consiglio centrale.