Per De Sanctis e Biondini conferenza stampa con gli studenti di Cesena
martedì 17 novembre 2009
Dodici studenti delle scuole di Cesena si sono trasformati per un giorno in veri e propri giornalisti. E così, mentre i loro “colleghi ufficiali” seguivano la conferenza stampa del CT Lippi o attendevano i giocatori della Nazionale in mixed zone, sui banchi della tribuna stampa dello Stadio “Manuzzi” gli studenti della Scuola elementare “La Fiorita” e della Scuola Media “Sacro Cuore” hanno intervistato Morgan De Sanctis e Davide Biondini. Un’iniziativa avviata dal Cesena in occasione della partita Italia – Svezia, nel quadro di una serie di progetti per coinvolgere in maniera attiva i giovani del territorio, durante la quale i due calciatori azzurri hanno risposto alle curiosità dei piccoli tifosi della Nazionale.
Tante domande sulle passioni, le aspirazioni e gli interessi dei due azzurri. A cominciare dai sogni che avevano quando hanno iniziato a giocare a calcio: “Godetevi a quest’età l’aspetto ludico dello sport - ha detto De Sanctis - perché è bello stare insieme, divertirsi e giocare a calcio nel rispetto delle regole e degli avversari”. “La vostra è l’età del divertimento – ha concordato Biondini – e il calcio deve essere una piccola scuola di vita, vi insegna a collaborare con altre persone”. “La Nazionale – ha aggiunto De Sanctis ribattendo alla domanda sulle differenze con il club – è la squadra che ha più tifosi di tutti e quindi per noi ci sono maggiori responsabilità.” All’esordiente Biondini è toccata la domanda sulle sensazioni della prima chiamata: “E’ stata un’emozione grandissima, non me l’aspettavo, e penso che la prima volta non se lo aspetta nessuno, anche se ci si spera. Quando arrivi in Nazionale capisci di avere maggiori responsabilità anche nei confronti di chi ti ha fatto arrivare a questo traguardo”. C’è curiosità anche su come i calciatori immaginano il loro futuro, una volta appesi gli scarpini al chiodo: “Superati i 30 anni un calciatore comincia a pensare a quello che si può fare dopo il calcio – commenta il portiere del Napoli – anche se poi fa parte dell’orgoglio di ognuno stare il più in alto possibile per più tempo, anche se non è facile, il calcio è sempre più veloce e ormai si gioca una partita ogni tre giorni”. La domanda sulla scuola è diretta al “cesenate” Biondini che ha studiato proprio in città: “Ho avuto la fortuna di crescere al Cesena che ci ha sempre seguito sotto il profilo dello studio. Quando eravamo nelle giovanili dovevo portare copia delle pagelle in società e chi non andava bene a scuola era lasciato a casa per recuperare le carenze. Poi si arriva a un punto in cui è difficile conciliare la scuola e gli impegni di lavoro e quindi ho finito gli studi in una privata. Ma fin da giovane mi hanno insegnato a non mollare mai gli studi, perché non tutti riescono a vivere di calcio. E poi dobbiamo stare al passo vostro, voi siete già più bravi di noi…” Infine, l’ultima curiosità è sul tempo libero dei calciatori: “Io ho due bimbe—risponde De Sanctis - una di 9 e una di 5 anni. La famiglia prende tutto il tempo che resta a parte il calcio, necessita di cure e attenzioni costanti, soprattutto quando hai dei figli”.