“Report Calcio” 2012: dati e cifre, dall’impatto fiscale al calo degli spettatori
giovedì 29 marzo 2012
L’impatto fiscale del calcio e i suoi sistemi di “governance”, il calcio dilettantistico, un rapporto tra gli stadi italiani e il numero di spettatori, oltre ad un benchmark internazionale svolto con la collaborazione della UEFA: ad un anno dalla prima edizione, torna “Report Calcio” 2012, il Rapporto annuale sul movimento calcistico italiano elaborata dal Centro Studi, Sviluppo e Iniziative speciali della FIGC con la collaborazione dell'Agenzia di Ricerche e Legislazione (AREL) e PricewaterhouseCoopers.
Presentato questa mattina a Palazzo Altieri, sede dell’Abi, “Report Calcio” continua a fornire elementi di riflessione sul sistema calcio italiano, allo scopo di individuare le possibilità di intervento normativo utili a dare maggiore competitività, anche in chiave internazionale, al sistema.
Una serie di dati – relativi alla stagione 2010/2011 - sono emersi da questo studio e trattati nel corso della presentazione dal Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport Piero Gnudi, dal Presidente del CONI Giovanni Petrucci, dal Presidente della FIGC Giancarlo Abete, dal segretario generale dell’Arel On. Enrico Letta e da Emanuele Grasso in rappresentanza di PricewaterhouseCoopers.
E' di 1 miliardo di euro l'apporto complessivo che il calcio italiano ha dato al fisco nel 2009: l'85% del totale (875 milioni) deriva dal contributo fiscale e previdenziale delle società professionistiche italiane, mentre
i rimanenti 155 milioni di euro sono relativi al gettito erariale derivante dalle scommesse sul calcio; l'indebitamento complessivo della Serie A è di 2,6 miliardi di euro, in aumento del 14% rispetto all'anno precedente; la perdita netta prodotta dal calcio professionistico italiano è pari a 428 milioni di euro, in aumento di 80 milioni di euro rispetto alla stagione precedente (+23,2%), solo 19 sui 107 club analizzati hanno riportato un utile (+18%); il numero complessivo di spettatori che ha assistito agli incontri dei campionati professionistici italiani è in calo del 4,4% rispetto alla stagione precedente.
Alla luce di questi elementi contenuti nel Report sono scaturite una serie di considerazioni e non sono mancati gli appelli. Come quello promosso dal segretario generale dell’Arel Enrico Letta affinchè si giunga quanto prima alla legge sugli stadi, appello raccolto anche dal Ministro Gnudi: “Ha ragione il mondo dello sport – ha dichiarato - quando dice che la legge sugli stadi è una priorità, anche perché è evidente il costante calo degli spettatori negli impianti italiani. Sono convinto che l'iter per l'approvazione di questa norma vada portato avanti anche per innescare nuovi investimenti da parte dei privati, parliamo di 800 milioni di euro che sarebbero utili anche alla ripresa del paese”.
Gnudi ha affrontato anche l’argomento bilancio in rosso e le sue parole sono state chiare: “Il calcio è una grande realtà, ma io faccio il ragioniere e leggo bilanci molto preoccupanti. In altri ambiti, con questi numeri, si parlerebbe di società prossime al fallimento. Il patrimonio netto del calcio sta calando drammaticamente. Di questi rapporti ne abbiamo già visti altri, tutti pensavano che il fallimento del mondo del calcio fosse dietro l'angolo e invece non è successo niente. Oggi però il paese sta attraversando una crisi che sarà ancora lunga, così sarà difficile trovare dei mecenati che
investano nel calcio. Inoltre si corre il rischio di non trovare società in grado di iscriversi ai campionati”.
Lo scopo di “Report Calcio”, come ha sottolineato Enrico Letta, “è quello di dare un contributo di riflessione in un momento di crisi” e la Figc con questo documento – coordinato dal Centro Studi, Sviluppo e Iniziative Speciali di cui è responsabile Michele Uva – lo ha fatto in assoluta trasparenza. “Il calcio non è solo un’industria – ha dichiarato il presidente della Figc Abete – ma ha una sua dimensione generale che comprende, oltre ai professionisti, anche i dilettanti e i giovani. Report è una fotografia trasparente e oggettiva del mondo del calcio: un dato che ci conforta è l’aumento degli investimenti delle società nei settori giovanili, la crescita dei tesserati, anche di stranieri ed extracomunitari al primo tesseramento che testimonia come alla base del calcio ci siano valori, educazione e integrazione”.
Abete ha chiuso il suo intervento ribadendo la centralità della Federazione nel sistema, auspicando da parte del Governo un sostegno per il calcio di base. Del ruolo primario della Federazione e del rispetto delle regole da parte di tutti ha parlato il presidente del Coni Petrucci, che ha rivolto un particolare invito alle Leghe: “I dati forniti dal Report sono per un verso preoccupanti e per l’altro esaltanti, ma possono essere guardati in positivo solo se si rispettano le regole. In questo il Coni sarà sempre al fianco della Figc. Dico alle Leghe, che agiscono su delega, di fare in modo di darsi delle regole e di far sì che vengano rispettate. La Legge sugli stadi è importante ma, da oggi a quando sarà operativa, cosa faranno le società? Vi dico, non roviniamo quello che è lo sport più bello del mondo”.
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