Serie A, il dialogo paga. Abete: “In futuro due confronti l’anno”
lunedì 4 febbraio 2013
Un confronto costruttivo tra la classe arbitrale ed i dirigenti, gli allenatori ed i calciatori di Serie A: nel consueto appuntamento di metà stagione, che si è svolto questa mattina a Milano, i rappresentanti delle componenti protagoniste del massimo campionato italiano hanno prima ascoltato i dati presentati dall’A.I.A e l’analisi tecnica sui principali provvedimenti arbitrali e poi hanno partecipato, con spirito propositivo, ad una discussione giudicata da tutti assolutamente utile. Tanto che, per il prossimo anno, il Presidente della Figc Giancarlo Abete si è impegnato a promuovere la strada del dialogo attraverso un incontro precedente all’inizio della stagione ed una successiva verifica subito dopo la fine del girone d’andata, così come richiesto, tra l’altro, da numerosi dirigenti, tecnici e calciatori che hanno preso la parola nel corso del dibattito.
Di fronte ad una platea composta da un lato dai dirigenti, dai calciatori e dagli allenatori dei 20 club di Serie A, e dall’altro da 46 su 48 fischietti della Can A e Can B (assenti solo Giannoccaro e Massa debilitati da un’influenza), sono intervenuti, con il Presidente federale, il Presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta, il Presidente dell’A.I.A. Marcello Nicchi, il designatore della Can A Stefano Braschi, il Presidente A.I.C. Damiano Tommasi e il Presidente A.I.A.C. Renzo Ulivieri.
Nella sua introduzione Abete, che già mercoledì scorso dopo il Consiglio Federale aveva invitato i dirigenti “a dare il buon esempio” ricordando a tutti “il rispetto dei ruoli e delle professionalità di chi arbitra”, ha ribadito la stima nei confronti dei nostri fischietti (“siamo la Federazione con il maggior numero di arbitri internazionali, 37, accreditati dalla Fifa”) e la lungimiranza di una struttura che ha saputo aprire agli arbitri addizionali prima di ogni altra Federazione. “La nostra sperimentazione – ha dichiarato il Presidente Figc che si è detto favorevole a confermarla per il prossimo anno - è stata un’assunzione di responsabilità, sia perché volevamo innovare e non inseguire gli altri, sia perché volevamo creare in Italia un arbitraggio omogeneo a quello europeo per favorire le nostre squadre che poi affrontano le competizioni internazionali. Ora ci seguiranno altri 8/9 paesi europei”.
Da parte sua Beretta, che ha invitato a “non sottovalutare i tanti aspetti positivi spesso penalizzati da una comunicazione in cui prevale l’analisi delle criticità”, ha indicato il dialogo quale “elemento fondamentale per superare quelle incomprensioni che fanno parte del gioco”, per arrivare così ad un “meccanismo di lettura e interpretazione dei fenomeni che può rendere le incomprensioni dentro condizioni e numeri fisiologici”. Ulivieri e Tommasi, rivolgendosi ai tecnici ed ai calciatori, hanno chiesto maggiore attenzione nelle dichiarazioni e nei comportamenti, che hanno poi riflessi sul comportamento dei tifosi, mentre Nicchi ha ricordato come la Serie A sia l’esempio per la società calcistica, “perchè quello che accade negli stadi si ripercuote nei campi secondari”.
L’analisi ed i dati. Nell’analisi tecnica, Braschi ha affrontato numerosi aspetti. A cominciare dalla novità degli arbitri addizionali, una sperimentazione giudicata da tutti positiva, sulla quale l’A.I.A. sta lavorando per ottenere risultati sempre migliori. Dal punto di vista della statistica, prendendo i casi più importanti in cui è stata decisiva la valutazione dell’arbitro aggiuntivo, il dato parla di 29 interventi utili all’arbitro centrale, 5 indicazioni errate e 4 casi in cui l’aggiuntivo si è astenuto. Nicchi e Braschi hanno tenuto a specificare che “la decisione finale spetta sempre all’arbitro centrale”, che è come “il regista che si serve di tante telecamere, gli assistenti, il quarto uomo e gli arbitri addizionali”. Il percorso tecnico degli arbitri aggiuntivi è stato giudicato positivamente anche dal decano dei fischietti, Nicola Rizzoli, che ha spiegato come, nel corso di queste 23 giornate, l’esperimento sia progredito e l’intesa tra i 6 giudici si sia affinata.
Veniamo ai dati: resta stabile il numero dei falli (30.83 a gara, lontani dalal Premier League a 22.97, ma in linea con gli altri paesi), ma aumentano le ammonizioni e le espulsioni, figlie di un campionato “troppo nevrotico”, che passano rispettivamente da 4.39 a 5.12 e da 0.28 a 0.37 a gara. In crescita esponenziale soprattutto le ammonizioni per comportamento non regolamentare (189, + 101% rispetto a un anno fa), mentre quelle per fallo di gioco crescono del +16% (868); sono 35 le espulsioni dirette (+21%), ma crescono molto quelle per somma di ammonizione (46, + 92%).
Tra i principali campionati europei siamo quello con più rigori (0.37 a partita), mentre restano ottime le prestazioni degli assistenti sui fuorigioco (su un totale di 2.506 valutazioni, circa 114 a giornata e 11.39 a gara, ci sono stati solo 67 errori, il 2.67% del totale). Ultima curiosità il dato sulle designazioni: si continua a far girare i fischietti per tutte le squadre, tanto che ad oggi ci sono pochissimi casi in cui un arbitro ha già diretto una squadra tre volte (Bergonzi il Napoli; Calvarese il Parma; Massa il Chievo, Rizzoli il Genoa; Romeo il Parma).
Dopo i dati generali, Braschi ha mostrato numerosi video del campionato in corso per spiegare ai tecnici ed ai calciatori le principali situazioni da correggere: i falli gravi (“non tolleriamo il gioco duro”), le proteste degli allenatori (finora 42 tecnici allontanati, rispetto ai 28 di un anno fa), il fallo di mano; i fuorigioco; le proteste dei calciatori; la simulazione. A proposito dei falli di mano, non poteva non esserci un dibattito sull’ormai famoso caso – Granqvist in Juventus – Genoa: “L’arbitro ha valutato – ha spiegato il designatore, dopo aver chiesto pareri ai diretti interessati – correttamente perché il difensore fa una giocata errata che manda la palla involontariamente sul proprio braccio”.
In merito è intervenuto anche l’allenatore della Juventus Antonio Conte, che si è scusato per il comportamento tenuto in occasione della gara con il Genoa, riferendosi all’episodio che gli è costato due turni di squalifica.
Alla riunione erano presenti, inoltre, il Direttore Generale della Figc Antonello Valentini e quello della Lega Serie A Marco Brunelli, il Presidente del Club Italia Demetrio Albertini, per l’A.I.C. l’ex Presidente Sergio Campana, il segretario Gianni Grazioli ed il vicepresidente vicario Umberto Calcagno; per l’AIAC il segretario Giuliano Ragonesi ed il consigliere federale Luca Perdomi, per l’A.I.A. il Vice Presidente Narciso Pisacreta ed il responsabile del Settore Tecnico Alfredo Trentalange.
Clicca qui per consultare i dati forniti dall’AIA nel corso della riunione.
Nella foto in basso (Image Photo Agency): il presidente dell’Aia Nicchi (a sinistra) con il presidente della Figc Abete