SLA: borsa di studio FIGC per due ricercatori italiani negli USA
venerdì 13 maggio 2011
Il calcio italiano e la FIGC continuano ad impegnarsi per la ricerca sulla SLA: a tre mesi dal convegno del febbraio scorso promosso a Coverciano, la commissione scientifica della Federcalcio, presieduta dal Prof. Paolo Zeppilli, ha deliberato oggi uno stanziamento di 100.000 euro per partecipare al “Neurochip Project” promosso dal “National Institute of Neurological Disorders and Stroke” degli Stati Uniti, uno dei più vasti studi mai realizzati sulle cause della Sclerosi Laterale Amiotrofica e di altre malattie degenerative neurologiche.
In questo progetto, i ricercatori americani, coordinati dal prof. Brian Traynor (responsabile del Laboratorio di Neurogenetica della Bethesda University), che a Coverciano aveva fatto il punto sulle recenti acquisizioni scientifiche, hanno chiamato a partecipare numerosi paesi europei; l’Italia, uno dei partner più importanti, sarà rappresentata dall’ITALSGEN, un consorzio di 15 Centri di Ricerca sulla SLA coordinati dai professori Adriano Chiò e Mario Sabatelli. Nel corso della ricerca, verranno analizzati circa 200.000 varianti genetiche in 10.000 campioni di DNA di persone con SLA, dei quali circa 2500 saranno forniti dai centri italiani.
La commissione scientifica della FIGC ha inoltre deciso di assegnare a due giovani ricercatori italiani l’edizione 2011 della Borsa di Studio intitolata a “Leonardo Vecchiet”, per finanziarne la partecipazione ad uno stage di 6 mesi presso la Bethesda University e consentirgli così di approfondire le più moderne metodiche di indagine.
Il nuovo investimento della FIGC per la ricerca sulla SLA, del totale di 130.000 euro, si inserisce nel contesto di un articolato programma avviato nel settembre 2008 dal Presidente Giancarlo Abete che ha permesso fino ad oggi lo stanziamento di circa mezzo milione di euro per il finanziamento di studi scientifici finalizzati ad individuare le origini genetiche della Sla. “Il nostro compito – ha commentato il Presidente Abete – è quello di mettere a disposizione risorse e professionalità per favorire la ricerca scientifica, ma anche quello di mantenere alta l’attenzione di tutti su una malattia così terribile”.