Sla, obiettivi e strategie per il futuro. Stanziati dalla Figc altri 200 mila euro
lunedì 14 febbraio 2011
Altri 200 mila euro sono stati stanziati dalla Figc a favore della Commissione Scientifica della stessa federazione per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica: lo ha annunciato il presidente Abete nel corso di un convegno sulla Sla, organizzato dalla Federcalcio con l’obiettivo di fare il punto sulle più recenti acquisizioni su questa malattia e confrontarsi sulle strategie da adottare nell’immediato futuro, che si è tenuto oggi presso il Centro tecnico federale di Coverciano. “La ricerca va avanti, l'attenzione sulla Sla deve restare alta, perché fortunatamente la malattia non è molto diffusa. Nonostante non sia stata rilevata una relazione di causa ed effetto tra mondo del calcio e Sla, la federazione continuerà ad investire nella ricerca e nella commissione scientifica. Il contributo che il calcio può dare è economico, ma anche comunicativo. Un'attenzione che purtroppo la Sla non avrebbe - ha concluso Abete - se non fossero interessati tanti calciatori professionisti e dilettanti”.
La Commissione, nata nel 2008, nei suoi 28 mesi di attività ha già ricevuto dalla Federazione 250 mila euro, serviti per finanziare studi scientifici finalizzati ad individuare le origini genetiche della Sla. Il presidente della Commissione Paolo Zeppilli ha spiegato: “L'ipotesi di partenza è che anche la Sla sporatica abbia una radice genetica. L'unità motoria possiede dei meccanismi di autodifesa e, qualsiasi difetto genetico che alteri questi meccanismi quando l'unità è affaticata, può facilitare ed accelerare la comparsa della Sla”.
“Oggi il malato di Sla comincia ad essere più informato e protagonista- ha dichiarato Mario Melazzini, presidente dell'associazione Aisla, nel suo intervento - sia nel percorso di cura sia soprattutto nella ricerca. E' importante che ci sia sussidiarietà fra istituzioni, ricercatori e associazioni di pazienti. Dobbiamo superare - ha proseguito - le criticità dell'incertezza della diagnosi e della sua comunicazione. Il malato raggiunge in media la diagnosi in circa 12 mesi, perché non abbiamo marcatori specifici quando insorgono i sintomi. Questa incertezza crea sconforto nei malati, e un itinerario continuo in tutte le regioni per trovare la conferma. Quando la diagnosi viene comunicata, ad eccezione di alcuni gruppi che hanno un
approccio empatico, il malato si trova a dover fronteggiare situazioni di non operabilità”.
Significativo anche l’intervento di Adriano Chiò, membro della Commissione Scientifica della Figc e responsabile del Centro SLA dell’Ospedale Molinette di Torino. “Quella che sembrava essere una
malattia, prevalentemente sporadica, legata a fattori ambientali – ha sottolineato - si sta rivelando una malattia nella quale le componenti genetiche sono molto importanti. L'idea di oggi è che qualunque agente ambientale deve agire su un terreno genetico predisposto: abbiamo molte prove, e tutti gli studi del gruppo che raccoglie 14 centri di ricerca italiani sulla Sla stanno dando interessanti contributi, grazie anche alla collaborazione che abbiamo col gruppo di Bethesda”. Quest’ultimo è un gruppo di ricerca statunitense che presto darà il via ad uno studio sulla
Sla con un campione di pazienti particolarmente vasto, pari a 10 mila unità. L'Italia dovrebbe partecipare con dati di 2.500 o 3.000 persone. Chiò ha sottolineato che sono in corso studi sul fumo quale “possibile fattore di aumento del rischio di sviluppare la malattia”.
In occasione del convegno, è stata consegnata la Borsa di Studio per la ricerca sulla SLA istituita dalla Figc in memoria del prof. Leonardo Vecchiet, assegnata nel 2010 alla giovane ricercatrice dell’Università di Pisa, dott.ssa Annalisa Lo Gerfo, per uno studio su “SLA, stress ossidativo e sport”.
Nella foto: Il preseidente Abete consegna la borsa di studio alla dottoressa Lo Gerfo