Sì a settori dello stadio chiusi: la Figc in linea con il progetto della Uefa
lunedì 13 maggio 2013
Non più solo multe, ma settori dello stadio chiusi: lo ipotizza il presidente della Figc Giancarlo Abete per la prossima stagione, qualora si verificassero episodi di razzismo. Nell’intervento ai microfoni de “La Politica nel Pallone” su Gr Parlamento, in seguito ai cori razzisti a San Siro che hanno portato alla sospensione, per quasi due minuti, di Milan-Roma, Abete ha dichiarato che questa proposta “sarà presentata al Comitato Esecutivo della Uefa del prossimo 24 maggio, che avrà come tema principale il razzismo e immagino che sarà fatta propria dalla Federazione in linea con il progetto dell’Esecutivo”.
Linea dura, le multe non bastano. “Diventano una modalità – spiega Abete - che non risolve il problema, perchè a certi personaggi non interessa nulla che le società prendano multe di 10-20mila euro, anzi determina quasi una centralità del loro ruolo nei confronti delle società stesse; inoltre la multa non determina una sanzione penalizzante. Bisogna impedire a certe persone di accedere allo stadio. Poi, attraverso il biglietto nominativo, dobbiamo impedire che questi personaggi vadano ad occupare altri settori dello stadio”.
Per Abete “si supererà” la dimensione delle multe, che si è visto non essere in grado di risolvere il problema, e si passerà alla chiusura di settori dello stadio laddove ci siano delle situazioni che contrassegnano episodi razzisti. E' un segnale forte che vogliamo dare, a cui seguirebbe la chiusura dell'intero stadio”.
Ribadendo l’impegno della Figc contro il razzismo, Abete ha sottolineato che, in merito alla gara Milan-Roma, “c’è stato un ottimo coordinamento tra i responsabili dell'ordine pubblico, l’arbitro Rocchi, il quarto uomo e i giocatori. Ha funzionato la procedura messa a punto dopo Pro Patria-Milan, che faceva sì che i giocatori segnalassero al direttore di gara determinate situazioni. Ogni episodio che determina una negatività come quello dell'altra sera indebolisce l'immagine del calcio ed è un grande peccato: per alcune centinaia di irresponsabili paga l'immagine dell'intero Paese, non solo del sistema-calcio”.