Tavecchio alla Commissione Antimafia. Di Lello (Pd): “Soddisfatti dell’audizione”
mercoledì 5 luglio 2017
La necessità di poter contare su stadi nuovi e più sicuri, il contributo delle autorità statali nel monitoraggio delle condizioni patrimoniali ed economico-finanziarie delle società di calcio, la limitazione delle scommesse sui campionati dilettantistici, la possibilità di regolare meglio l’attività dei procuratori: sono stati alcuni dei temi affrontati dal presidente federale e commissario della Lega di Serie A Carlo Tavecchio questo pomeriggio durante l’audizione tenuta davanti alla Commissione Antimafia nell'ambito del filone di inchiesta su ‘Mafia e sport’.
“Abbiamo un handicap sugli stadi - ha dichiarato Tavecchio - con impianti inferiori alla media europea anche sotto il sistema della sicurezza. Il concetto nuovo in Turchia è che c'è l'identificazione fotografica che cambia tutto il sistema, va fatta al soggetto titolare del biglietto al tornello. Questo processo impegnerebbe un centinaio di milioni di investimento per la Serie A”.
Il numero uno della FIGC si è detto favorevole all’introduzione del reato di bagarinaggio e all’eliminazione delle scommesse nei campionati dilettantistici, ribadendo come la responsabilità oggettiva debba restare un caposaldo della giustizia sportiva: “Gli stadi non sono più ambienti in cui si gioca solo al calcio: ci sono la farmacia, il supermercato, si fa attività sociale, ci può essere persino la lap dance e non si può pensare di togliere la responsabilità oggettiva; le società questo devono ricordarlo nella gestione delle attività collaterali. Il Daspo ha portato risultati – ha sottolineato il presidente federale rispondendo alle domande dei parlamentari Esposito, Di Lello, Attaguile e della presidente dell'Antimafia Bindi - ma il controllo del Daspo non è di poco conto. Sono d'accordissimo che il bagarinaggio diventi reato penale, sarebbe un deterrente notevole”.
Nel corso dell’audizione, Tavecchio ha ricordato quanto fatto dalla FIGC per il controllo sull’affidabilità dei soggetti che investono nelle società calcistiche: “Abbiamo emanato delle regole secondo cui le licenze nazionali vengono concesse solo a chi ottempera a determinate garanzie e abbiamo istituito recentemente delle verifiche su chi possiede più del 10 per cento delle azioni di una società. Queste verifiche consistono nel rilascio del certificato antimafia, delle assicurazioni della banca e di un attestato di onorabilità. Ma noi applichiamo il concetto dell'autocertificazione perché non siamo la Guardia di Finanza".
Per quanto riguarda l’attività di contrasto al match-fixing, dopo aver annunciato che la Federazione non rinnoverà il contratto di sponsorizzazione con Intralot, Tavecchio ha ribadito di essere favorevole all’eliminazione delle scommesse sui campionati dilettantistici sottolineando come la decisione spetti all’Agenzia dei Monopoli: “Il parlamento italiano ha deciso che le scommesse non sono più reato e adesso è un canale difficile da controllare. Credo che in futuro si debbano applicare in modo più stringente le norme sul controllo”.
Anche per quanto riguarda l’attività dei procuratori il presidente federale ribadisce la necessità di introdurre nuove norme: “Abbiamo un registro di 896 soggetti che pagano 500 euro di iscrizione e diventano procuratori: questi sono gli effetti della deregulation voluta dalla FIFA. Siamo intervenuti con il nuovo presidente della UEFA Ceferin perché servono norme generali: oggi se la FIGC prende un provvedimento sugli agenti, il procuratore francese o quello tedesco possono non rispettarlo".
Soddisfatto dell’audizione di Tavecchio il presidente del Comitato Mafia e Sport della Commissione parlamentare Antimafia, Marco Di Lello (Pd), che in giornata ha ascoltato anche il direttore generale della Lega Serie B Paolo Bedin e il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina: “Da tutti sono arrivate parole di incoraggiamento e di condivisione degli obiettivi e delle proposte che sono state da noi fatte. Rispetto ad un atteggiamento di chiusura e fastidio dei primi mesi su questo filone di inchiesta, abbiamo trovato sostegno da parte di tutto il mondo del calcio e siamo contenti. Si è chiarito che il nostro obiettivo non era processare nessuno, ma liberare gli stadi dalla criminalità e creare un sistema trasparente che consenta alle famiglie di andare agli stadi. L'obiettivo è prima della pausa estiva approvare una relazione e, io mi auguro, anche un articolato".