Tavecchio: “Dopo Champions 2016 e Euro 2020, ora avanti con la riforma dei campionati”
lunedì 22 settembre 2014
Portati a casa i primi risultati, come la finale della Champions 2016 a Milano e la scelta di Roma fra le sedi di Euro2020, il presidente della Figc Carlo Tavecchio si concentra su altri obiettivi. Il primo riguarda la riforma dei campionati. Ospite della trasmissione radiofonica “La politica nel pallone” su Gr Parlamento, il numero uno di via Allegri ribadisce il suo pensiero: “Questo Paese ha bisogno di frustate, bisogna creare delle soluzioni e la riforma dei campionati è la madre di tutte le battaglie. Ma ci occuperemo anche dei rapporti col Coni, col Parlamento, con la giustizia. Dobbiamo trovare soluzioni drastiche in caso della riduzione dei contributi - insiste Tavecchio - anche se non è possibile che non ci sia uno stanziamento di un euro per le società dilettantistiche quando lo Stato incassa un miliardo e 40 milioni da quelle professionistiche”.
A proposito di riforma dei campionati, il presidente della Figc ribadisce una volta di più il ruolo del consigliere federale Claudio Lotito: “Ho dato incarico a Lotito, persona preparata ed eletta con una maggioranza importante, di occuparsi della riforma dei campionati, ma poi si deciderà in Consiglio federale, a prescindere che Lotito si metta la giacca della Figc. Cosa vuol dire che ha troppo potere? C’è un Consiglio federale, una
gestione collegiale, è da lì che passano le decisioni. Le altre sono considerazioni di parte, interessate”.
Tavecchio ribadisce anche gli altri punti del suo programma, dallo ius soli sportivo (“ma va in conflitto con lo ius soli giuridico e statuale, un'incongruenza da chiarire in sede di governo”) agli stranieri (“se non mettiamo delle regole come ha fatto l'Inghilterra saremo invasi, bisogna anche mettere in rosa alcuni giovani del vivaio”), passando per le multiproprietà: “E’ un'ipotesi, vediamo se può dare dei risultati tenendo conto delle diversità dell'Italia, delle autonomie territoriali. La Lega Pro, però, si ritroverebbe con società protette dal punto di vista economico. Le seconde squadre? In serie A le vogliono solo due o tre club”.
Intanto Tavecchio si gode da spettatore interessato queste prime giornate di serie A, dove “non c'è niente di nuovo sotto il sole. Il campionato sta riflettendo i valori dell'anno scorso, con Juve e Roma che si sono ulteriormente rafforzate. E' comunque un campionato di grande serietà ed è partito bene come affluenza di pubblico, ha mantenuto gli standard, ora bisogna capire cosa si vuole fare degli stadi, questa è la questione di fondo per capire cosa si vuole fare in questo Paese”.
Nessun rancore verso Juve e Roma, che avevano “osteggiato” la sua elezione (“non pensino al presidente federale e cerchino di portare risultati al Paese, al ranking”), applausi per Florenzi, che il presidente questa mattina ha contattato telefonicamente per l’esultanza con la nonna in tribuna dopo il gol, (“è stato un bel gesto, tende a riportare un'etica dello stadio”) ma anche per gli arbitri (“sono una garanzia”).
Per quanto riguarda l’inchiesta della Uefa, Tavecchio ha le idee chiare: “Ho fatto quello che doveva fare un normale cittadino che si presenta davanti alla giustizia, gli atti sono stati trasmessi alla Procura federale, che ha aperto un'indagine, l'ha chiusa con l'archiviazione e ha trasmesso tutto alla superprocura del Coni che non ha fatto nessun rilievo. La Fifa non se n'è occupata, ora sto aspettando con una certa curiosità la decisione della Uefa. Sono pronto a difendermi con la massima forza, ma in qualsiasi caso la mia posizione italiana non è minimamente intaccata, non prenderò alcuna decisione di abbandonare o fare passi indietro nella Figc. Se arriverà una sanzione ne prenderò atto e l'assolverò”.