Tavecchio: “Nel 2015 FIGC e Nazionale vanno rimesse al centro del sistema calcio”
lunedì 5 gennaio 2015
La Federazione e la Nazionale sempre più al centro del sistema calcistico italiano e meno violenza dentro e fuori gli stadi: sono i due principali auspici per il 2015 del presidente federale Carlo Tavecchio, intervenuto questa mattina su Radio Uno ai microfoni di ‘Radio Anch’io sport’.
Nel corso della trasmissione, Tavecchio ha affrontato tre delle principali questioni sull'agenda federale: la riforma dei campionati, il taglio dei contributi provenienti dal CONI e gli spazi per consentire alla Nazionale di prepararsi al meglio per l'attività internazionale.
Proprio dalla riforma dei campionati deve partire la nuova centralità della Federazione: “Il sistema – avverte Tavecchio - sta per implodere perché le risorse private sono sempre di meno. Riducendo la Serie A a 18 squadre e la Serie B a 20, facendo in modo di eliminare i ripescaggi in Lega Pro, si può riportare il calcio a ragionevoli considerazioni economiche considerando l'aumento dei diritti tv nei prossimi tre anni. Chi sarà contrario a questa riforma se ne assumerà le responsabilità in Consiglio Federale". Il presidente federale ha poi spiegato come un mancato accordo sulla riforma dei campionati, sulla quale è necessaria una maggioranza del 75%, porterebbe la FIGC a rivolgersi al CONI per valutare se il diritto di veto sia compatibile con l'ordinamento del sistema sportivo italiano: “sulle riforme comunque sono in corso per ora trattative complesse per trovare una quadra interna alle leghe, poi le presenteremo alle componenti tecniche".
Necessario vigilare anche sulla ‘salute economica’ delle società: “Bisogna che la Federazione rimetta in piedi i controlli preventivi – annuncia Tavecchio - per far vedere alle società che ci sia un organismo super partes nel loro interesse. Inutile far iscrivere ad un campionato una squadra che poi a metà stagione si ritira per problemi economici, come accade a volte nelle serie minori".
Con la Federazione, deve tornare centrale anche il ruolo della Nazionale: “La Nazionale è un bene di tutti – ricorda il presidente federale - un brand che porta questo Paese all'estero, il riferimento di tutti i nostri sportivi. Le società che mandano i giocatori in Nazionale ottengono dei benefici perché i calciatori vengono rivalutati. Ricordiamoci che chi gioca lo fa perché ha una tessera federale, senza non ci sono Champions, Europa League, campionato o Mondiale. Nel Ranking siamo all’undicesimo posto, mentre dovremmo rientrare sempre nelle prime cinque posizioni”. A proposito di Nazionale, per permettere ad Antonio Conte di avere il tempo sufficiente per poter preparare al meglio l’eventuale impegno nella Fase Finale del Campionato Europeo, è fondamentale che la Serie A 2015/2016 non finisca a ridosso del torneo continentale: “Ho elementi – ribadisce Tavecchio - che mi portano a credere, con una grandissima percentuale, che il campionato si chiuderà il 15 maggio”.
Ultimo capitolo sui tagli del CONI, che costringono la FIGC e di conseguenza anche il mondo arbitrale ad alcuni sacrifici: “Pur rispettando quello che l'AIA ha fatto finora, ci sono delle necessità di spendingreview. Non sono uno che chiude bilanci in passivo e una spendingreview dell'8% è fattibile. Se le società di A ritengono opportuno il gol non gol, si possono valutare risparmi come il milione e mezzodi euro sugli arbitri di porta. Bisogna vedere se il gioco vale la candela”.