Un corso universitario di “Geografia del calcio” sul Mondiale in Sudafrica
venerdì 5 marzo 2010
Studiare le trasformazioni socio – economiche e antropologiche che l’ormai prossimo Mondiale di Calcio sta determinando in Sudafrica: è lo scopo del modulo universitario di “Geografia del calcio” inaugurato oggi presso il Dipartimento di Geografia dell’Università La Sapienza di Roma, alla presenza dell’Ambasciatore del Sudafrica in Italia Thenjiwe Mtintso, del Presidente della FIGC Giancarlo Abete e del direttore del Dipartimento Paolo Di Giovane, attraverso un convegno, organizzato in collaborazione con l’Associazione italiana insegnanti di Geografia (AIIG).
Subito dopo i saluti degli insegnanti, e quello trasmesso dal Ministro della Gioventù On. Giorgia Meloni, al centro della scena è stato posto il Sudafrica, che in questo 2010 celebra tra l’altro anche il ventesimo anniversario dell’uscita di Nelson Mandela dal carcere di Robben Island, simbolo della fine dell’apartheid e dell’inizio della democrazia nel paese. “Il Sudafrica – ha detto la signora Mtintso - è pronto: il nostro sarà il miglior Mondiale mai organizzato dalla Fifa. Abbiamo combattuto per avere questo grande evento e siamo felici di ospitarlo al motto di ‘Africa, è giunta la tua ora’. Aldilà della vittoria finale, comunque, abbiamo già vinto la nostra Coppa: sono stati creati posti di lavoro, attirati flussi economici per il turismo. E un giorno questo Mondiale sarà ricordato come il momento in cui l’Africa ha capovolto secoli di povertà e di conflitto.”.
Partendo dall’analisi del rapporto tra sport e turismo e del ruolo del turismo sportivo, Abete si è soffermato sulla connessione tra uno sport popolare e universale come il calcio e la valorizzazione del territorio ed ha poi ricordato come spesso lo sport anticipa i cambiamenti sociali. “La Turchia che chiede di entrare nell’UE – ha ricordato il presidente Figc - è a pieno titolo e da tempo nella Uefa; il congresso del calcio europeo si svolgerà dal 23 al 25 marzo a Tel Aviv, in Israele; l’Australia è abbinata alla confederazione asiatica. Lo sport dà segnali importanti e determina integrazioni che poi si trasferiscono nella società civile”. Abete ha poi ricordato la valenza dei grandi eventi nella trasformazione del territorio, attraverso la costruzione di stadi, infrastrutture, aeroporti. ““Ma i grandi eventi – ha ricordato il presidente federale - vanno vissuti oggi in chiave di eredità per il futuro: bisogna creare le condizioni per avere un territorio fruibile anche dopo la fine dell’evento sportivo”. Infine, un passaggio sull’integrazione tra i popoli: “Penso alla partita dell’Under 21 di mercoledì scorso: per la prima volta con la Nazionale c’erano tre giocatori di colore, tutti nati in Italia, che parlano perfettamente l’italiano e che si sentono giustamente italiani. Questo è il messaggio dello sport contro le ritrosie e le anticulture di chi non si rende conto che, come diceva Einstein, esiste solo una razza, quella dell’umanità”.
Al convegno sono intervenuti anche il Presidente della AIIG Gino De Vecchis, il Direttore del Dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma Paolo Giuntarelli e il Direttore Generale di Unicef Italia Roberto Salvan, che ha ricordato l’iniziativa “Un gol per l’Africa” appena avviata con la Figc, insieme a “Amref” e “Save the Children”.
Il corso inaugurato oggi cercherà di evidenziare, in chiave geografica, gli aspetti territoriali, socio – economici e antropologici del Mondiale di Calcio in Sudafrica e sulle conseguenze che questo grande evento, che muove flussi di turisti e capitali internazionali, porterà sull’assetto urbanistico – insediativo. Prossimi incontri, dalle 17.00 alle 18.30 sono previsti il 9, 16, 23 e 30 marzo.