Uva traccia il bilancio dei primi sei mesi in Figc: “Strada del rinnovamento e della crescita”
lunedì 19 gennaio 2015
Goal line technology, riforma dei campionati, Nazionale, il rapporto con il presidente Carlo Tavecchio: a sei mesi dall’inizio di questa nuova avventura, il direttore generale della Figc Michele Uva traccia un bilancio del lavoro svolto fino ad oggi e di quello che la Federazione si è impegnata a fare per i prossimi mesi. A margine della premiazione dei vincitori della quarta edizione della “Hall of Fame del calcio italiano”, intervenendo a “Radio Anch’io Sport”, Uva ha dichiarato che “il presidente Tavecchio è persona capace e competente, i primi sei mesi con lui sono andati bene: c'è sintonia perché abbiamo passione, rispetto delle professionalità e grande voglia di fare”. Al di là dell’aspetto calcistico, la FIGC deve far fronte in questo periodo anche ai “problemi” scaturiti dal taglio dei contributi da parte del CONI e su questo il Dg ha ribadito che la razionalizzazione delle risorse in ambito federale tocca tutti a 360 gradi (componenti, settori e struttura interna): “In momenti di difficoltà generale dobbiamo spendere meglio, non verrà tolto nulla alla base degli arbitri, anzi siamo riusciti a preservare gli investimenti per i settori giovanili a dimostrazione che crediamo fortemente nel futuro del nostro calcio”.
HALL OF FAME – “La quarta edizione di questo premio - ha dichiarato Uva - che si celebra oggi a Firenze, con l'ingresso di altri dieci personaggi nel firmamento delle stelle del calcio italiano, è il segnale di un calcio che ha fatto la storia del mondo. Siamo orgogliosi di questa iniziativa, che continua a cooptare personaggi straordinariamente importanti, da Carlo Ancelotti a Stefano Braschi, da Sandro Mazzola a Carolina Morace. Il nostro calcio resta un punto di riferimento in tutto il mondo, basti vedere il successo e la considerazione dei nostri allenatori o dei nostri arbitri. Sul fronte dei risultati il momento non è brillante, paghiamo un periodo in cui non si è investito, ma non dimentichiamo che siamo un Paese che ha vinto quattro Mondiali, ora siamo in una fase di rinnovamento e di crescita”.
TECNOLOGIA – “L'adozione della Goal line technology avrà il via libera dal Consiglio federale, ma sarà una scelta della Lega o delle Leghe, e tutti i costi saranno a carico di chi deciderà se e come applicarla. La FIGC è assolutamente a favore, ma non può fare altro che recepire le richieste delle Leghe e poi controllare che i sistemi adottati e il loro utilizzo rispettino le norme FIFA, garantendo la regolarità del campionato. Una volta che c’è il via libera, starà alla Lega di Serie A e di Serie B decidere quanto far investire ai club per l'installazione dei sistemi. La FIGC sostiene l'applicazione dei sistemi che hanno avuto buoni risultati sia ai Mondiali sia nel campionato inglese, ma questo non riguarda la questione degli arbitri addizionali d'area, sui quali si deciderà in modo autonomo”.
RIFORMA DEI CAMPIONATI – “E’ la madre delle riforme, ma non la sola. Tante piccole azioni sommate portano ad una ridefinizione del modello. Certo, diminuire il numero delle squadre, rendere i campionati meno affollati e con meno tensioni finanziarie, è fondamentale, ma, se non si fanno anche investimenti sui giovani, sull'inclusione dei ragazzi stranieri, la riforma dei campionati potrà portare vantaggi, ma non determinanti. Serve la spinta di tutte le componenti per dare un impulso al calcio italiano”.
NAZIONALE – “Condivido l'atteggiamento del Ct Antonio Conte. Il fatto di avere rapporti con i club, di aver programmato incontri anche con le società di Serie B è un percorso che porta vantaggi in tema di coinvolgimento. Il programma è stato stilato da tutte le parti insieme. Il percorso si sta avviando, e c'è bisogno della collaborazione da parte di tutti. La possibilità di modificare il calendario della prossima stagione? Permetterebbe alla Nazionale di avere una settimana in più per prepararsi all’Europeo. In Germania, in Inghilterra e in Francia si parte prima di Ferragosto, dando alla nazionale due settimane in più. Secondo me c'è la volontà di concedere questo periodo”.