Verso il rinvio del Campionato di Serie A. La Lega: no ad altre mediazioni
giovedì 25 agosto 2011
La Lega di serie A non accetta ulteriori mediazioni e non firma l’accordo collettivo con l’Associazione calciatori: a questo punto appare sempre più probabile il rinvio della prima giornata di Campionato. E’ questa l’estrema sintesi di un’altra giornata di lavoro in FIGC, aperta da una nuova proposta di Abete nel tentativo di sbloccare la trattativa e far partire regolarmente la Serie A.
In apertura del Consiglio Federale - sospeso ieri e ripreso alle 11 - il presidente federale ha rilanciato un’ultima ipotesi di mediazione, proponendo un contributo straordinario alla Lega di Serie A, attraverso un Fondo di garanzia che non attinge a contributi pubblici ma solo a risorse interne fino alla concorrenza di 20 milioni in tre anni: un fondo cui attingere in caso di contenzioso giuridico che obblighi le società a rifondere i tesserati in relazione al contributo di solidarietà ipotizzato dal decreto legge del 13 agosto, ma ancora tutto in discussione come l’intera manovra del Governo. La nuova proposta era stata anticipata al Presidente del Coni Giovanni Petrucci e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, come ulteriore mediazione per evitare lo slittamento del Campionato di serie A.
“Abbiamo ripreso il Consiglio dalla discussione del documento consegnatoci ieri sera dal Presidente della Lega di Serie A Maurizio Beretta - ha spiegato Abete in conferenza stampa - che individuava all’art.4 della bozza dell’accordo l’inserimento di una voce che addebitasse esclusivamente ai calciatori il carico del contributo di solidarietà e all’art. 7 una ridefinizione degli allenamenti differenziati”. Sul primo punto, “non sapendo se il contributo rimarrà in sede di conversione del decreto legge – ha chiarito il Presidente federale - o se il legislatore andrà ad identificare con chiarezza il soggetto chiamato a corrispondere la contribuzione straordinaria, abbiamo dato la nostra disponibilità a costituire un Fondo di garanzia di 20 milioni da qui al 2013, senza attingere un solo euro dalle contribuzioni pubbliche derivanti dal Coni”. Dopo aver ribadito la convinzione “che in sede di conversione il Parlamento farà chiarezza sui destinatari del provvedimento” e che comunque, a giudizio della FIGC, “i tesserati hanno il dovere morale di pagare”, Abete ha spiegato poi che il Fondo rappresenta “la volontà della Figc di dare un quid novi alla trattativa”; si tratta, ha detto ancora più nel dettaglio il presidente federale “di una garanzia che la Figc dà alla Lega, e per converso alle società che sono un elemento centrale del sistema, che chiede maggiore certezza di fronte ad una situazione eccezionale non prevista che potrebbe determinare un appesantimento dei bilanci”.
In relazione alle richieste della Lega di Serie A sulla modifica dell’art.7, Abete ha poi ribadito quanto emerso già ieri: “Avevamo dato il chiarimento interpretativo lunedì, era stato concordato di non toccare il testo del 1986 che in 25 anni ha portato a un numero di contenziosi che si può racchiudere nelle dita di una mano, mettendo agli atti dell’accordo collettivo anche l’interpretazione del Presidente federale”. Questo -ha confermato la FIGC mettendo a disposizione la rassegna stampa dell’epoca - era del resto l’impegno assunto da Lega di Serie A e Associazione calciatori: testo dell’art.7 invariato rispetto al vecchio contratto e poi il vademecum applicativo.
“Attendiamo i riscontri a questa proposta, pur avendo ricevuto la delega del Consiglio federale per un eventuale rinvio della prima giornata di campionato” ha concluso Abete, al quale però ha risposto a stretto giro Beretta; il Presidente della Lega di A in sintesi ha ribadito la chiusura ad ogni ulteriore possibilità di confronto: “Abbiamo già dettato le nostre condizioni” ha detto Beretta ai giornalisti: “Noi non entriamo nel merito della proposta Abete. La sigla dell’accordo è condizionata all’accettazione dei due punti presentati ieri. La nostra proposta è ragionevole, equilibrata e nell’interesse del calcio italiano; auspichiamo che dall’AIC ci sia un’assunzione di responsabilità, continuiamo a giudicare molto grave l’idea di non far partire il campionato che è una forma di protesta sproporzionata, considerando che non c’è un solo giocatore privo di contratto”. Ferma sulle sue posizioni anche l’AIC, che subito dopo la conferenza del Presidente della Lega di Serie A ha affidato il commento al proprio Presidente Damiano Tommasi: “Senza firma del contratto collettivo i giocatori non scenderanno in campo sabato e domenica. Un minuto dopo la sigla dell'accordo noi siamo pronti a giocare. Ora aspettiamo le decisioni di Abete. Ma quel che e' successo in questi due giorni e' lampante, qualcuno non voleva che si giocasse”.