Anni '80/90, il boom delle Azzurre che dominano la scena mondiale. Poi solo l'Euro U19
La vittoria in Coppa Europa e il 2° posto in Coppa del Mondo, i successi al Mundialito: nell''84 il primo Europeo UEFA, le Azzurre centrano 2 argenti e 2 bronzi, poi il lento declino.Due anni prima dell'istituzione della Divisione Calcio Femminile, la FIGC aveva dato vita anche alla Nazionale Femminile, su input della UEFA che nel 1984 organizza il primo campionato europeo: il cammino, dopo la vittoria nel gruppo 3 delle qualificazioni, si ferma in semifinale, di fronte alla Svezia che poi vince il torneo battendo l’Inghilterra.
La semifinale non è affatto casuale: tra l’esordio del 1968 e l’europeo UEFA del 1984, infatti, la Nazionale allestita dalla struttura esterna alla FIGC aveva conquistato il rispetto delle avversarie di tutto il mondo in competizioni non ufficiali: nella prima Coppa Europa disputata nel 1969 in Italia le Azzurre centrano il primo posto battendo in finale la Danimarca.
Poi, mentre su impulso italiano nasce la F.I.E.F.F. (Federazione Internazionale Europea Football Femminile con sede a Torino), viene organizzata di nuovo in Italia anche la Coppa del Mondo, nel 1970.
Le Azzurre superano 2-1 la Svizzera (gol di Avon e Mella), tre giorni dopo a Napoli, altro 2-1 al Messico (doppietta di Elena Schiavo). In finale c’è la Danimarca, che aveva battuto Germania Ovest (6-1) e Inghilterra (2-0): il 15 luglio al Comunale di Torino, davanti a 40.000 spettatori, la Danimarca si prende la rivincita della finale di Coppa Europa e si impone 2-0 (Hansen e Sescikova). Poi l'anno dopo terzo posto alla Coppa del Mondo bis in Messico nel 1971 e di nuovo secondo posto nel 1979 in un altro europeo ante UEFA organizzato in Italia.
Tra il 1981 e il 1988, poi, le Azzurre sono sempre tra le protagoniste al torneo più importante del decennio: il “Mundialito” (nato nel 1981 in Giappone, poi quattro edizioni in Italia): 3 vittorie (primo posto nel girone unico nell’81, poi battendo in finale Germania Ovest e Stati Uniti) e due secondi posti (dietro l’Inghilterra, Paese che vanta la primogenia anche della versione femminile del calcio agli inizi del ‘900).
Dopo il 1984, la UEFA non torna più indietro e l’Europeo diventa un torneo destinato a fare la storia: nel 1993 e nel 1997 l’Italia raggiunge la finale sotto la guida di Sergio Guenza: nel 1993, a Cesena, il sogno è spezzato dalla Norvegia (1-0), quattro anni dopo, invece, toccherà alla Germania ancora solo Ovest mandarci al tappeto sul più bello (2-0). I terzi posti nel 1989 e nel 1991 e il premio di miglior giocatrice e di capocannoniere a Carolina Morace nel 1997 sono altre conferme del ruolo di primo piano del movimento calcistico femminile.
Con la fine degli anni '90, invece, inizierà un lento declino a livello internazionale, che porterà l'Italia a fermarsi ai primi turni delle Fasi Finali dell'Europeo e fuori dal Mondiale per 20 anni, dal 1999 al 2019.
Il primo e finora unico successo internazionale di una Nazionale Femminile arriva nel 2009: l’Under 19 guidata da Corrado Corradini batte in finale la favoritissima Norvegia (1-0) nell'Europeo di categoria. Di quella squadra, facevano parte il futuro capitano della Nazionale Femminile Sara Gama e le future Azzurre Martina Rosucci, Alice Parisi, Elisa Bartoli e Laura Fusetti. Nello stesso anno si chiude la lunga Presidenza di Natalina Ceraso Levati, che nel 1997 era stata il primo Presidente della DCF eletto dalle società.
Anche l’Under 17 raggiunge due importanti traguardi: nel 2013 si piazza al 3°posto nell’Europeo di categoria, conquistando così la qualificazione al Mondiale FIFA dell’anno seguente, in Perù, dove raggiunge nuovamente il 3° posto. Enrico Sbardella in panchina, in campo diverse giocatrici poi approdate in Nazionale maggiore: da Francesca Durante a Lisa Boattin (che di quella squadra era il capitano), arrivando a Manuela Giugliano, Martina Piemonte, Valentina Bergamaschi, Annamaria Serturini e Flaminia Simonetti.