Il 1986, l'anno zero del calcio femminile italiano: l'ingresso nella FIGC
La FIGC, di fronte a un crescente successo mediatico, istituisce la Divisione Calcio Femminile all'interno della LNDSe il 2022 e l'approdo al professionismo sono una sorta di punto di arrivo, sul fronte dell'evoluzione del movimento e del riconoscimento dei suoi diritti civili, nella storia del calcio femminile l'anno zero è il 1986: la FIGC, di fronte a un crescente successo mediatico, infatti, accoglie nel proprio alveo il movimento e istituisce la Divisione Calcio Femminile all'interno della LND.
E' un passo fondamentale: il calcio inizia a riconoscere in tutte le sue strutture il ruolo delle donne, e il calcio femminile inizia a radicarsi nei territori, cresce e si sviluppa nella grande famiglia del calcio dilettantistico, quel calcio che vive ed è protagonista del tessuto sportivo e sociale, soprattutto in ambito giovanile, di ogni centro abitato nel Paese, tra impianti sportivi nelle parrocchie, nelle scuole, negli impianti comunali, nelle strutture degli enti di promozione sportiva, nei club affiliati alla FIGC.
Il primo presidente nominato alla guida della Divisione Femminile della FIGC è Maurizio Foroni, seguito a breve da Evelina Pisanelli Codacci, manager, con esperienze in Montedison e Federconsorzi. Dal 1992 al 1997, poi, sarà la volta di Marina Sbardella.
I primi due campionati di Serie A organizzati nell’ambito FIGC sono vinti dalla Lazio (il terzo e quarto scudetto della storia del club contando anche l’era extra FIGC), poi è la volta del dominio della Reggiana Refrattari Zambelli, tre scudetti all’inizio degli anni ’90 grazie alla passione e agli investimenti dell’industriale reggiano Renzo Zambelli; completano l’albo d’oro le vittorie di Giugliano, Milan, Agliana, Verona (con il fenomeno del cane Gunther), Modena.
Nel 1997 la FIGC concede alla DCF la possibilità di eleggere la propria governance: Natalina Ceraso Levati, già Presidente del Fiammamonza (1978) e del Comitato Regionale Lombardo della F.I.G.C. (1980) è il primo presidente eletto dalle società e resterà fino al 2009, dando grande impulso all’intero movimento: in questa sua presidenza, le squadre che partecipano ai campionati nazionali sono aumentate di oltre il 50%, mentre le tesserate sono aumentate del 120%, passando da un numero di 9.667 a circa 22.000.