Da Vizzini a Coverciano per la finale del Progetto Rete!
mercoledì 31 maggio 2017
Giocare a calcio, come tutti i loro coetanei, più per rivalsa che per ipotetiche ambizioni, anche se il sogno di diventare calciatori, in fondo, per ogni adolescente non può svanire. E’ quanto emerge dal racconto dei ragazzi e degli accompagnatori dello Sprar di Vizzini, una delle formazioni finaliste che dalla provincia di Catania, è arrivata sino all’ultimo atto del Progetto Rete!, l’iniziativa rivolta ai minori stranieri non accompagnati e neo maggiorenni richiedenti protezione internazionale. Un percorso iniziato tra febbraio e marzo, con i primi allenamenti assieme ai collaboratori del Settore Giovanile e Scolastico, che hanno seguito la parte tecnica, e allo staff dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha curato la parte scientifica del progetto. Un binomio sport-studio che ha immediatamente raccontato, e avvalorato, quanto in parte ci si aspettava da un’iniziativa che mira a favorire l’inclusione sociale attraverso il calcio. Consentire a questi 16 ragazzi di allenarsi con il kit della FIGC e di affrontare un addestramento qualificato, ha permesso di comprendere quanto tutto ciò possa influire sulla loro vita quotidiana, al di là della sua naturale complessità.
Nel corso delle settimane, come racconta Salvatore Russo, l’operatore che più da vicino ha seguito il progetto, oltre le emozioni e la grande serietà che ha riscontrato negli allenamenti, ha evidenziato come un impegno del genere abbia influito sull’aspetto comportamentale dei suoi giovani atleti. L’attività sportiva ha senza dubbio favorito l’interazione tra i ragazzi stessi, che dopo gli allenamenti si confrontavano su quanto svolto e su cosa potevano migliorare. In secondo luogo, ma tutt’altro che per importanza, gli operatori hanno riscontrato una diminuzione del nervosismo e degli scatti di rabbia che prima erano più frequenti. E in quest’ottica il calcio non ha avuto solo il ruolo di valvola di sfogo, ma è servito ad inquadrare i ragazzi in discorso serio, che col passare delle settimane li ha resi euforici e felici in attesa della prima parte della manifestazione in programma a Firenze.
Un viaggio di oltre 1.000 chilometri effettuato in pullman, solo per disputare la fase preliminare del torneo, in cui si sono confrontati con altri Centri provenienti da tutto il territorio nazionale. Una tre giorni di sport e grandi emozioni che, superato un po’ di nervosismo e impaccio iniziale, una volta entrati in campo, si è trasformata in gioia, partecipazione e sana competizione. I ragazzi, come sottolinea Russo, hanno messo in campo tutti i sacrifici fatti nei mesi precedenti, col massimo impegno e dimostrando una grande maturità. Un segnale che non va sottovalutato, ma che piuttosto evidenzia come il coinvolgimento di realtà non facili come gli Sprar in un progetto come Rete!, possa dare risultati immediati soprattutto sull’aspetto caratteriale e comportamentale dei soggetti coinvolti.
E infine il campo, l’altro punto centrale di questa iniziativa, sul quale i ragazzi di Vizzini non hanno sfigurato ma, vivendo davvero appieno questa esperienza, hanno guadagnato prima la semifinale, disputata sul terreno di Coverciano e, in seguito, l’ambita finalissima in programma sempre nella casa della Nazionale.
Possibilità di accesso allo sport, impegno e sacrificio si sono quindi tradotti in emozioni positive, gioia, nuove amicizie e miglioramenti nel comportamento: minor nervosismo, puntualità e un aumento della serietà nell’impegno preso. Risultati importanti, considerando le realtà coinvolte e la genesi di un’iniziativa che ha appena tre anni, ma che sta diventando un esempio progettuale sia sportivo che scientifico e didattico.