Progetto Carceri Veneto: Un pallone di speranza – Le regole del gioco del calcio
martedì 2 febbraio 2010
Dopo aver trattato il progetto "Un calcio oltre: i valori del calcio nel carcere minorile", dedicato alla popolazione del Centro di Giustizia Minorile Ferrante Aporti di Torino ed organizzato dal Coordinamento Regionale SGS Piemonte e Valle d'Aosta, si illustra, di seguito, un progetto simile, realizzato nel carcere per minorenni “Santa Bona” di Treviso, dal Coordinamento Regionale SGS Veneto.
Il Settore Giovanile e Scolastico (SGS) della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) riveste, assieme ad altre agenzie educative, un ruolo di studio progettuale e di servizio utile, se non indispensabile in certi casi, per delineare gli obiettivi necessari a garantire una giusta formazione (non solo tecnica) dei nostri giovani.A livello territoriale questi interventi sono operati anche attraverso l'Ufficio del Coordinatore Federale per l'Attività Giovanile, una struttura snella caratterizzata da professionisti qualificati e affidabili come medici, psicologi, tecnici, preparatori atletici, arbitri e altri ancora.
Tutto ciò premesso, nel dare seguito agli accordi intrapresi con la Direttrice del Carcere per i Minorenni "Santa Bona" di Treviso, Dott.ssa Maria Catalano, è stato proposto, e approvato dal Ministero degli Interni, un progetto formativo a favore dei giovani ospiti della struttura.Il progetto, che potrebbe essere denominato "Un pallone di speranza – Le regole del gioco del calcio", vedrà la sua attuazione attraverso interventi mirati con "lezioni" pratiche e teoriche bisettimanali (il progetto si concluderà i primi di marzo 2010).Incontri che consteranno, in sintesi, di una fase pratica, in campo e/o palestra, e di una successiva fase teorica in aula.Ai giovani partecipanti sarà poi rilasciato un attestato di partecipazione e, ovviamente, qualche gadget a ricordo, come avvenuto in un incontro pre-natalizio con i giovani ospiti del carcere. A tale incontro hanno partecipato Andrea Giordano, ex giocatore del Chievo Verona, il quale ha consegnato personalmente del materiale sportivo, nonché i Rappresentati della UISP, provinciale e regionale, titolare degli spazi.
Lo staff formativo è così composto:
psicologo dello sport
medico sportivo
arbitro
tecnico
preparatore atletico
Parteciperanno, inoltre, al fine di fornire il loro supporto tecnico – logistico, il Coordinatore Federale Regionale, il Delegato della Provincia di Treviso ed alcuni loro collaboratori (elenco trasmesso ed approvato dal Ministero degli Interni).
La durata del Corso sarà di complessive 20 ore.
Questa iniziativa muove principalmente dalla convinzione che attraverso lo Sport praticato, in questo caso il gioco del calcio, è possibile conoscere il proprio corpo avvicinandosi ad una corretta alimentazione, prevenire il sempre più diffuso disagio giovanile, imparare il rispetto per gli altri e per sé stessi.
Valori assoluti per una giusta crescita dei nostri giovani.
L'organizzazione, quindi, rispetterà le finalità educative sopra rappresentate. In particolare:
- educazione al rispetto delle regole: conoscenza delle stesse e motivazione per cui esistono;
- educazione al rispetto delle capacità altrui: saper distinguere il gesto atletico esaltandolo e reprimendo le manifestazioni di intolleranza e violenza, esaltando invece il "Fair Play";
- saper leggere la situazione, l'ambiente, i dati, la relazione fra le persone, sé stessi;
- strategie di azione, risoluzione dei problemi, autonomia, decisionalità;
- competenza comunicativa, controllo delle emozioni, competenza sociale.
Gli spazi per gli interventi sono condivisi con la UISP, già presente nella struttura, e saranno a carattere completamente gratuito.
Così come sarà cura dell'Ufficio del Coordinatore fornire tutto il materiale, sportivo e non, per il miglior esito dell'iniziativa.