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Rivera riparte dalla tecnica: “Prima la qualità, poi formiamo l’atleta”

martedì 14 settembre 2010

Rivera riparte dalla tecnica: “Prima la qualità, poi formiamo l’atleta”

“Mi pare che negli ultimi anni il calcio abbia privilegiato molto l'aspetto fisico rispetto a quello tecnico e probabilmente è una scelta che parte già a livello giovanile. Penso sia importante, grazie anche all'accordo stipulato con il Settore tecnico, che prima si scelgano ragazzi bravi con la tecnica e che poi si formi l'atleta: il contrario secondo me è impossibile. Se i ragazzi hanno problemi di dialogo con il pallone e la buttano solo sul fisico, potrebbe diventare un altro sport”: con queste parole il neo presidente del Settore Giovanile e Scolastico Gianni Rivera ha inaugurato la nuova stagione dei Campionati nazionali Allievi e Giovanissimi, i primi al via il 26 settembre, i secondi domenica 19.
Nel corso di una conferenza stampa nella sede della Figc, con il presidente Abete a fare gli onori di casa, e alla presenza del vice presidente federale Albertini, del direttore generale Valentini, del presidente dell’Aia Nicchi e del tecnico dell’Under 21 Casiraghi, Rivera, in carica da poche settimane, ha garantito il massimo impegno per fare in modo che il movimento giovanile possa recitare un ruolo importante: “Per il momento raccolgo ancora i meriti di chi mi ha preceduto -ha dichiarato – ma è chiaro che porterò le mie idee. Non so se saranno un'innovazione o una continuazione di quanto è già stato fatto, sicuramente cercherò di dare spazio all'aspetto tecnico dei ragazzi, prima di costruire gli atleti”. Da non sottovalutare i valori educativi: “E' molto bella l'idea del terzo tempo vista nelle partite giovanili, un po' come nel rugby. Certo, bisognerebbe che i club investissero di più sui giovani, un po’ come accade nelle aziende quando privilegiano la ricerca”.
Per quanto riguarda la scuola, spiega Rivera: “Nelle scuole italiane è già difficile giocare a basket e pallavolo, figuriamoci a calcio. Noi non abbiamo il potere di intervenire, ma possiamo aprire un dialogo. Ci vorrebbe che la politica si accorgesse che lo sport è importante. Sento parlare di riforma storica dell'istruzione, ma dovrebbero convincersi a partire dalle strutture, e ricordare che nell'Unione Europea siamo il paese che dedica meno ore nella scuola all'attività fisica”.
Il presidente Abete, nel discorso conclusivo, ha posto l’accento su due aspetti: “Il primo è quello della qualità. Questi campionati rappresentano un momento positivo per i vivai, ma non solo; il nostro obiettivo, grazie anche al lavoro di Roberto Baggio, Gianni Rivera e Arrigo Sacchi, è quello di formare e valorizzare nuovi allenatori. L'altro punto importante è quello valoriale: il rispetto del terzo tempo, l'aspetto comportamentale dei ragazzi e il rapporto dei giovani con gli arbitri”.
E, a proposito di arbitri, saranno 6000 gli uomini impiegati dall'Aia nei due campionati Allievi e Giovanissimi. Ha sottolineato il presidente Nicchi: “Siamo orgogliosi del nostro contributo in questo settore così importante, è un'opportunità per portare un po' di cultura nello sport. Partendo dal Settore giovanile, arbitri e giocatori devono imparare a coesistere. Da qui anche il calcio di vertice si deve rendere conto dell'esempio che rappresentano i giovani”.
Come detto, a scattare per primo sarà il campionato dei Giovanissimi nazionali (19 settembre), lo scorso anno vinto dal Milan. A contendere il titolo ai rossoneri saranno 102 formazioni. Saranno ben 106 invece i club che parteciperanno al torneo riservato agli Allievi (fischio d'inizio fissato al 26 settembre), conquistato nella passata stagione della Roma. In totale, sommando le gare della fase a giorni dei due campionati, saranno disputate oltre 2700 partite che coinvolgeranno 4400 ragazzi.