Sabato la prima apparizione ufficiale per i ragazzi coinvolti in Freed by Football
La formazione, composta da giovani sottoposti all’istituto della messa alla prova, affronterà la squadra dei Magistrati di Reggio Calabria.mercoledì 6 marzo 2019
E’ stato presentato ufficialmente ieri 5 marzo, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, “Freed by Football, il progetto pilota sull’educazione, la rieducazione e l’integrazione di ragazzi costretti in situazioni di marginalità, sviluppato dal Tribunale reggino e la Federazione Italiana Giuoco Calcio. “Freed by Football” è rivolto ai giovani sottoposti all’istituto della messa alla prova, minori stranieri non accompagnati e minori cresciuti in famiglie mafiose o in contesti di deprivazione socio-familiare, e pone al centro del programma educativo la conoscenza e la pratica del gioco del calcio quale potente strumento di socialità e di riabilitazione.
Ad aprire i lavori il Presidente del Tribunale per Minorenni di Regigo Calabria, Paolo Di Bella, firmatario assieme al Presidente FIGC, Gabriele Gravina del Protocollo d’Intesa tra le due istituzioni, che ha sottolineato in particolar modo le finalità dell’iniziativa: “Speriamo che i ragazzi, attraverso lo sport, le relazioni, la solidarietà e il rispetto delle regole possano formare una coscienza civica e che questo progetto sia per loro un trampolino di lancio per traguardi e prospettive diverse”.
Il giudice onorario Patrizia Surace, componente del Consiglio direttivo nazionale Unicef - partner del progetto - ha riassunto la posizione del TM. “Pensiamo al futuro dei nostri minori ragionando con loro e partendo da quelli che sono i percorsi di educazione formale come lo sport, in questo caso il calcio. Una partita di pallone non è altro che una metaforica esperienza di vita con la quale si ragiona sulle regole, sul rispetto delle regole”.
Intervenuto alla presentazione, anche Claudio Romeo, ideatore e referente del progetto, che ha illustrato nel dettaglio il cammino che vedrà protagonisti 23 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni di età fino alla fine del mese di giugno: “L'idea è nata quest’estate, nel corso dell’audizione di un minore cresciuto in una famiglia di ‘ndrangheta, il quale raccontava che lo sport non è contemplato nel suo percorso di rieducazione: gravissimo. In ogni caso, l’approccio delle scuole calcio o delle squadre dilettantistiche non è adeguato. Questi ragazzi hanno esigenze molto particolari e necessitano di uno specifico supporto. L’obiettivo è quello di portare i destinatari a rappresentare una nuova risorsa per la società civile”.
A cura della FIGC l’intera organizzazione dell’attività sportiva calendarizzata, sotto la supervisione di Saverio Mirarchi, Presidente del Comitato Regionale Calabria e Massimo Costa, Coordinatore Regionale del Settore Giovanile e Scolastico. “E’ una collaborazione che abbiamo colto con grande favore ed entusiasmo – ha dichiarato Mirarchi – perché coerente con i messaggi che sono propri della nostra Federazione e dello sport in generale, soprattutto per quanto attiene al rispetto delle regole”.
“Abbiamo messo a disposizione i nostri tecnici, persone capaci di insegnare il calcio tanto sotto l’aspetto tecnico, quanto in chiave educativa. Auguriamo a questi ragazzi un futuro migliore” ha aggiunto a seguire Costa. Sedute di allenamento svolte sotto la guida di uno staff di tecnici federali, secondo le linee guida dettate dal Settore Giovanile e Scolastico, per una vera e propria squadra che sabato 16 marzo mattina, presso il Centro Sportivo Sant’Agata, farà la sua apparizione ufficiale in una gara amichevole contro la formazione dei Magistrati di Reggio Calabria,
All’attività si affianca inoltre un percorso formativo, curato dal mediatore sportivo Giulio Roberto Varrà, e finalizzato alla trasmissione di tutti quei valori positivi che il calcio è in grado di veicolare. Il progetto sarà, pertanto monitorato e supportato da un team di psicologi e giovani tirocinanti in ambito psicosociale, mediatori e interpreti, per seguire i partecipanti anche in momenti di confronto in aula, nel loro sviluppo delle competenze trasversali.