Il programma delle squadre Azzurre in campo a novembre
11 novembre 2023
lunedì 21 giugno 2010
Preoccupato, ma fiducioso. Il presidente della Figc riassume in queste due parole il suo stato d’animo dopo il pareggio dell’Italia con la Nuova Zelanda. “Ho parlato e visto Lippi questa mattina – dice - la convinzione di andare avanti è tanta. La dobbiamo coltivare perchè ci crediamo. Contro la Nuova Zelanda dovevamo vincere, ma non è la fine del mondo: siamo ancora in corsa”.
Ha fiducia nella squadra e nel tecnico, nonostante la delusione sia evidente. Intervenendo ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport, Abete parla spesso di convinzioni: “Sono fiducioso perchè penso che la nazionale meriti fiducia e penso che in qualche modo saremo in grado di andare
avanti e fare meglio. Non solo perchè la fiducia in questi casi è un dovere, ma perché è una convinzione. Quella con la Nuova Zelanda è stata una partita che non ha risposto alle nostre aspettative. Sapevamo che non sarebbe stata facile, ma c'era la convinzione di poter vincere. Dobbiamo verificare che c’è un problema complessivo da parte delle più forti squadre europee: c’è una crescita generale nel calcio mondiale, ma noi dobbiamo ancora essere in grado di fare la differenza”.
E a proposito di problemi, Abete insiste: “Abbiamo, e non da questo Mondiale, una grande difficoltà di andare in gol e, nel momento in cui subiamo un gol o non sblocchiamo la partita, subentra un po' di ansia. Abbiamo provato, ma bisogna fare qualche giocata in più per segnare”.
La replica è pronta anche per chi critica Lippi: “Trovo naturale che ogni tifoso reclami giocatori che non ci sono, ma non c'è un salvatore della patria. Cassano e Balotelli? Penso non sia questo il problema del calcio italiano, quanto di un ricambio qualitativo generazionale. Se vediamo la storia della nazionale, si parla di giocatori verso la fine della carriera o di giocatori come Cassano, che è stato con noi nel 2004 e nel 2008, ha giocato e non ha cambiato la situazione. Balotelli gioca nell'Under 21 che sta provando a qualificarsi alla fase successiva. Giocatori che fanno la differenza a livello internazionale ne vedo abbastanza pochi. Dobbiamo essere giustamente critici, ma anche realisti: pensiamo che due giocatori come Buffon e Pirlo, che fanno la differenza, sono fuori”.