Il programma delle squadre Azzurre in campo a novembre
11 novembre 2023
sabato 25 giugno 2016
C’era anche Andrea Barzagli in campo quattro anni fa a Kiev ad assistere impotente al secondo trionfo consecutivo della Spagna all’Europeo, una finale nata male e finita peggio contro una squadra più tonica e fresca rispetto agli Azzurri, arrivati stanchi all’ultima tappa di un cammino esaltante. Lunedì il difensore della Juventus, uno dei tre Campioni del Mondo del 2006 nella rosa di Conte insieme a Buffon e De Rossi, ha la possibilità di prendersi una bella rivincita contro quella che negli ultimi anni è diventata una vera e propria bestia nera per la nostra nazionale: “Stiamo studiando la Spagna – dichiara in conferenza stampa - ma in fin dei conti sono i duelli in campo che contano. Dovremo stare attenti alla loro fase offensiva, ma l’errore più grande sarebbe fare una partita remissiva. La Spagna tranne che per il secondo tempo dell’ultima partita ha fatto vedere che è una delle favorite al titolo per la qualità che ha. Forse siamo brutti e sporchi, però daremo tutto sperando di fargli male”.
Nessun dubbio sul miglior giocatore della Spagna (“Iniesta è uno dei centrocampisti più forti di sempre e sicuramente il più forte degli ultimi 15 anni”), mentre in attacco il pericolo numero uno è rappresentato da Alvaro Morata, suo compagno di squadra fino a pochi giorni fa che lo ha indicato come uno dei difensori più difficili da affrontare: “Ma non ci casco – dice sorridendo – questi attestati di bravura non mi piacciono molto. In partita per me non ci sono amici, faccio anche fatica a salutare prima di scendere in campo. Sappiamo quali sono le qualità di Alvaro, ma dovremo stare attenti a tutti, non solo a lui. E forse ha più vantaggi lui a conoscere bene noi che il contrario”.
D’accordo con Chiellini sul fatto che la diffida non deve rappresentare un problema (“scherziamo tra di noi sul fatto che siamo l’unica squadra che ha due portieri ammoniti”), Barzagli conferma di aver mantenuto una grande umiltà nonostante i tanti titoli vinti in carriera: “Non mi paragono a giocatori come Ramos, Pique, Hummels o Boateng, presi singolarmente sono più forti di me. Sono migliorato mentalmente e tecnicamente, sono più forte nella marcatura e a 35 anni mi ritengo alla pari degli altri, anche di un ventenne. Quando inizi a giocare anche con grandi giocatori, con grandi squadre, inizi a vincere e a vedere che puoi continuare a vincere, ti viene voglia di migliorarti. Dopo il primo scudetto con la Juve ho passato un’estate a pensare alla stagione successiva per continuare a vincere”.
Con la Spagna non ci sarà Candreva: “Sappiamo bene quello che ci può dare, ha fatto benissimo nelle prime due partite, ma siamo in 23 e ci sono i sostituti giusti per non farlo rimpiangere. Il gruppo è molto affiatato, mi ricorda quello del 2006...". E la speranza di tutti è che anche l’epilogo possa essere lo stesso di dieci anni fa: “Siamo partiti nello scetticismo generale, che ci può stare, non eravamo tra le favorite e non lo siamo neanche ora. Ma penso che la Nazionale si sia conquistata molti tifosi per quello che dà sul campo: grande cuore, attaccamento alla maglia e responsabilità di tutti. Abbiamo portato a indossare qualche maglia azzurra in più e penso che questa partita farà stare tanti italiani attaccati alla tv".