Nazionali

Battuta la Svezia, Italia in testa al girone. Casiraghi: “E' squadra vera”

venerdì 19 giugno 2009

Battuta la Svezia, Italia in testa al girone. Casiraghi: “E' squadra vera”

Potrebbe essere la vittoria della svolta. Potrebbe ripartire da qui, dal 2-1 rifilato alla Svezia, l’Europeo dell’Under 21. “Ancora non abbiamo fatto niente, perciò testa bassa e spalare”: Casiraghi smorza i facili entusiasmi, ma si vede lontano un miglio che è al settimo cielo. Perché la giovane Italia ha dimostrato di essere una squadra vera, riuscendo ad imporsi contro i padroni di casa nonostante abbia giocato ben 52’ in inferiorità numerica per l’espulsione di Balotelli; perché adesso l’Under guida il girone con quattro punti, la Svezia è a 3, ma si deve ancora giocare Serbia-Bielorussia; perché la partita del “dentro o fuori” è terminata nel migliore dei modi e consente agli Azzurrini di continuare il loro cammino e di mantenere intatti gli obiettivi. “Ma c’è ancora la Bielorussia”, incalza Casiraghi, che evidentemente conosce bene i suoi “polli” e sta bene attento a dosare bastone e carota. “I ragazzi sono stati splendidi, bravissimi – concede il tecnico – e guardate che non era facile giocare questa partita 10 contro 11. Abbiamo sofferto, ma abbiamo vinto. Se hanno tirato fuori quel carattere che abbiamo visto, vuol dire che la mia sta diventando una squadra vera”.

Una vittoria sofferta, ma meritata. Firmata dai gol di Balotelli e Acquafresca, voluta e cercata però da tutto il gruppo.Casiraghi manda in campo la stessa formazione che ha pareggiato con la Serbia, arretrando però la posizione di Giovinco alle spalle dei due attaccanti Balotelli e Acquafresca. Inizio in sordina per gli Azzurrini che pasticciano al 1’ con un retropassaggio azzardato di Bocchetti, ma gli svedesi non approfittano del regalo. Al 2’ Lustig di testa in anticipo su De Ceglie, ma il pallone finisce fuori.
Reagisce subito, l’Italia. Che in meno di 15’ minuti crea due occasioni da gol: la prima al 5’ con Bocchetti che spedisce alto sulla traversa, la seconda al 18’ con Acquafresca che si avventa di testa su un preciso cross di De Ceglie, ma Dahlin para in due tempi. E’ l’Under che conosciamo, spregiudicata in attacco, tutta grinta e carattere. Ed è bella la partita, intensa, in uno stadio che tifa Svezia, padrona di casa di questa competizione. Per niente intimoriti dal fattore campo, gli Azzurrini colpiscono duro al 23’ con un gol-gioiello di Mario Balotelli. Perfetto l’assist di Giovinco, l’interista raccoglie, resiste alla carica dell’avversario, si accentra e affonda in rete con un destro di precisione e potenza.

Al quinto gol con la maglia azzurra, Balotelli, croce e delizia, macchia la sua prestazione e quella splendida rete con un cartellino rosso, al 37’ per fallo su, che rischia di mettere in seria difficoltà i compagni. E che, senza dubbio, costringe l’Under ad un duro lavoro di sacrificio nella chiusura degli spazi, dove gli svedesi, forti fisicamente, cercano di inserirsi con prepotenza.
Con la squadra in dieci uomini, Casiraghi è costretto a rivedere il modulo. Ma la ripresa comincia senza cambi da parte del tecnico azzurro. Dopo un tiro di Cigarini che sfiora la traversa, la giovane Italia raccoglie i frutti della sua determinazione. All’8’ pennellata di Sebastian Giovinco su punizione, in area Acquafresca anticipa tutti di testa e spedisce il tiro angolato alla destra del portiere. Un raddoppio più che meritato per gli Azzurrini. Gli svedesi, per la verità, non stanno a guardare, ma sono meno incisivi e precisi. Finisce fuori, al 9’, un tiro di Toivonen e al 16’ è bravo Consigli a parare in due tempi un pallone insidioso.

Al 17’ primo cambio di Casiraghi: Abate al posto di Giovinco. La seconda sostituzione arriva al 31’, con la Svezia in pressing disperato. Dentro Ranocchia, fuori Acquafresca: un cambio dettato dalla necessità di rinforzare la difesa in previsione dell’assalto finale della Svezia, mentre in avanti l’Italia attacca senza una punta di ruolo, ma con due esterni molto alti.
Il raddoppio dell’Italia, in realtà, ha stordito la Svezia, che perde convinzione e attacca alla rinfusa, trascinata dalla forza fisica piuttosto che dalle idee. E l’Under, al contrario, sembra esaltarsi. Ma, dopo il terzo cambio (Dessena al posto di Marchisio), sull’ennesimo pallone buttato dentro, una finta, un colpo di tacco, poi Toivonen lasciato solo prende palla e accorcia le distanze. Quattro minuti (tre quelli di recupero) alla fine, l’Under deve stringere i denti e lo fa. Al triplice fischio del francese Chapron Casiraghi corre ad abbracciare la sua squadra.