Nazionali

Candreva: “Nessun calcolo, pensiamo a qualificarci”. Florenzi: “La maglia azzurra unisce”

mercoledì 15 giugno 2016

Candreva: “Nessun calcolo, pensiamo a qualificarci”. Florenzi: “La maglia azzurra unisce”

Antonio Candreva e Alessandro Florenzi si erano presentati l’ultima volta insieme in conferenza stampa prima di Italia-Norvegia, tappa finale del cammino nelle qualificazioni che vide gli Azzurri collezionare il settimo successo e chiudere imbattuti il proprio girone. Si giocava a Roma, nello stadio che ha visto la loro consacrazione assoluta e teatro di quei derby che hanno vissuto spesso da protagonisti, ma con due maglie diverse.
Nel ritiro di Montpellier l’unica rivalità è sul tavolo da ping pong e anche lì nessuno dei due ci sta a perdere, segno di una mentalità vincente che li accomuna e che deve essere compagna fedele della Nazionale in questo Europeo: “La maglia azzurra unisce tutti noi e dovrebbe unire tutti i tifosi d’Italia – dichiara Florenzi – siamo un gruppo molto affiatato e gran parte del merito è del mister, che ci ha trasmesso i suoi valori”.

Sinora all’Europeo l’Italia è la nazionale con il maggior chilometraggio (119,7), nonostante un’età media tra i giocatori scesi in campo superiore ai 31 anni: “Quando si corre tutti insieme verso un obiettivo – lo slogan del centrocampista giallorosso - puoi correre 100 km e non farai fatica. Speriamo che sia così anche nelle prossime partite”. Un sondaggio della stampa svedese ha rivelato che la nostra è la nazionale più temuta: “Questo vuol dire che forse l’Italia non è quella squadra scarsa e senza giocatori tecnici dipinta dai giornali prima dell’Europeo. Dopo il 2-0 al Belgio in molti si sono rimangiati le parole, noi dobbiamo pensare ai fatti e lasciare le parole agli altri”

E a proposito di parole, Florenzi fa davvero fatica a rispondere alle domande dei cronisti: “Scusate la voce – racconta sorridendo alla platea – ma l’ho lasciata a Lione per sostenere i compagni in campo”. Nelle prossime gare potrebbe arrivare anche il suo momento: “Sono a disposizione dal 18 maggio, mi sento bene. So interpretare tutti i ruoli di centrocampo, a parte quello in cui gioca Daniele (De Rossi, ndr). Così offro più soluzioni al mister e spero di avere la mia occasione per aiutare il gruppo”.

La scorsa settimana ha segnato il suo gol più bello, ancor più bello di quello realizzato al Barcellona in Champions League. Dopo una visita lampo a Roma per la nascita della sua primogenita, Penelope, al ritorno nel ritiro di Montpellier ha ricevuto l’abbraccio affettuoso di tutti i compagni: “E’ l’avvenimento più importante della mia vita, è una cosa che ti cambia il modo di pensare e questa creatura migliorerà la mia vita, quella di mia moglie e quella dei nonni”.

Autore dell’assist per il gol del definitivo 2-0 di Pellé, con il Belgio Antonio Candreva non ha mai tolto il piede dall’acceleratore: “Dal 18 maggio abbiamo fatto una preparazione importante – spiega – e siamo pronti per giocare tutte queste partite ravvicinate”. A cominciare da quella di venerdì con la Svezia: “Con noi farà la gara della vita, sappiamo che sarà difficile ma vogliamo chiudere il discorso qualificazione”. Il pericolo numero uno è rappresentato da Zlatan Ibrahimovic: “E’ un grandissimo campione – conferma Candreva - un giocatore fantastico e da solo può metterci in difficoltà, ma noi dobbiamo fare la partita su noi stessi, magari con alcune accortezze sui loro punti di forza e sfruttando quelli che possono essere i loro punti deboli”. Inutile pensare ad eventuali incroci agli ottavi vista anche l’esperienza del recente passato: “Ancora dobbiamo qualificarci, fare calcoli oggi è sbagliato anche ricordando quel che è successo al Mondiale in Brasile, quando dopo aver vinto la prima partita siamo usciti”.

Dopo un pensiero per Marchisio, Verratti e gli altri Azzurri costretti a saltare l’Europeo a causa degli infortuni (“giochiamo anche per loro e sappiamo che sono i nostri primi tifosi”), il centrocampista della Lazio conferma come Buffon e il trio difensivo targato Juventus costituiscano un punto di riferimento per il gruppo: “E’ giusto che sia così, sono abituati a vincere e a questi grandi palcoscenici”.