Nazionale Beach Soccer

Consegnato a Corosiniti il ‘Pallone Azzurro’: “Ora voglio una medaglia ai Giochi di Baku”

giovedì 21 maggio 2015

Consegnato a Corosiniti il ‘Pallone Azzurro’: “Ora voglio una medaglia ai Giochi di Baku”

Francesco Corosiniti è il capitano della Nazionale italiana di Beach Soccer, l’uomo più esperto della squadra che il prossimo mese sarà impegnata a Mosca nelle qualificazioni al Campionato Europeo e nella prima, storica edizione dei Giochi Europei di Baku. A luglio sarà poi la volta dei Mondiali in Portogallo, un altro appuntamento di quelli che resteranno per sempre impressi nella memoria del laterale calabrese. Nel ritiro di Formia ha ricevuto il ‘Pallone Azzurro 2014’, il premio assegnatogli dalla Community on-line di Vivo Azzurro come migliore calciatore della Nazionale di Beach Soccer della passata stagione.
“Essere stato giudicato il migliore – spiega a VivoAzzurro.it (per leggere l’intervista integrale clicca qui) - dopo una grande stagione in cui tutti hanno giocato bene, è stata una bella soddisfazione”.  Ora però è il momento di concentrarsi sui prossimi impegni: “Il primo sarà a Mosca, a giugno, per le qualificazioni all’Europeo. Per esperienza, le prime uscite stagionali si portano dietro sempre qualche punto interrogativo. Lo zoccolo duro della squadra è comunque lo stesso, poi c’è qualche giovane di belle prospettive che il mister Esposito sta valutando. Ai Giochi di Baku invece siamo stati inseriti in un girone molto duro, con Spagna e Russia, finaliste dell’ultimo Mondiale. L’obiettivo è comunque quello di tornare a casa con una medaglia”.
Un risultato che permetterebbe un’ulteriore crescita di tutto il movimento, che a Baku avrà un’importante vetrina per mettersi in mostra: “L’Italia – sottolinea Corosiniti - è una nazione importante, sia a livello organizzativo, che per l’ambito campionato, dove giocano molti atleti stranieri. Il Beach Soccer è tuttavia uno sport che nel nostro paese dura solo quattro mesi all’anno e io spero che cresca fino ad essere attivo per  7/8 mesi. In Russia, per fare un esempio, si gioca tutto l’anno, benché ci siano condizioni meteorologiche non appropriate. Hanno strutture coperte, e questo gli consente di non dover per forza giocare a Calcio a 11 per tenersi in allenamento”. Anche questo è uno dei motivi alla base dell’exploit della Russia, che vincendo le ultime due edizioni del Mondiale è andata a interrompere la lunga striscia di successi del Brasile: “Brasile e Russia sono più avanti di noi. Premettendo che ci si siamo avvicinati molto al loro livello e possiamo giocarcela con tutti, restano un gradino sopra. Il Beach Soccer è un po’ lo sport dei brasiliani. Giocano con innata naturalezza e lo praticano dodici mesi all’anno. I russi dal canto loro hanno investito tanto in questa disciplina e, pian piano, sono cresciuti fino a diventare i più forti al mondo”.