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De Rossi tocca quota 100 presenze in Azzurro: “Ora voglio vincere l’Europeo”

venerdì 14 novembre 2014

De Rossi tocca quota 100 presenze in Azzurro: “Ora voglio vincere l’Europeo”

Domenica entrerà a far parte di un sodalizio esclusivo, che ospita solo cinque soci. E che soci: Gigi Buffon, Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Andrea Pirlo e Dino Zoff. Scendendo in campo contro la Croazia, Daniele De Rossi si iscriverà al club dei centenari, collezionando la sua centesima presenza in Azzurro a dieci anni di distanza dall’esordio nel settembre 2004 a Palermo con la Norvegia: un debutto fortunato, condito dal suo primo gol in Nazionale. E’ il primo giocatore della Roma a toccare quota 100, una soddisfazione in più per lui che con 16 reti è anche il cannoniere più prolifico dell’Italia di Antonio Conte: “Quando ho iniziato a giocare – dichiara in conferenza stampa - era sicuramente qualcosa di inimmaginabile pensare di raggiungere le cento presenze in azzurro. E' un traguardo che porterò nel cuore, soprattutto quando sarò vecchio e avrò smesso. Magari verrò superato da qualche giovane che è qui adesso con noi, ma sarà comunque un qualcosa che rimarrà per sempre nel mio cuore, perché vuol dire che ho fatto parte della storia del calcio italiano”.
Il ricordo va ai novanta minuti più importanti della sua vita calcistica, la finalissima di Germania 2006 con la Francia, quando ha realizzato uno dei cinque rigori che hanno permesso all’Italia di laurearsi per la quarta volta Campione del Mondo: “Per la carriera che ho fatto, la partita indimenticabile in azzurro è stata la finale di Berlino. Quello è il punto più alto della mia carriera. Ora mi aspetto di vincere l'Europeo con la Nazionale, qui c'è un gruppo che vuole questo e un allenatore che pensa solo a questo. Poi valuterò cosa fare". La dedica per questo ennesimo traguardo va invece ad Emanuele Mancini: “E’ un calciatore del Lupa Castelli Romani, uno dei miei due migliori amici. Siamo partiti insieme nel settore giovanile della Roma ed è la persona migliore che abbia incontrato nella mia vita: un calciatore molto sfortunato, che ha subito tanti infortuni, uno dei quali anche recentemente. Magari con meno infortuni avrebbe calcato palcoscenici diversi e forse oggi sarebbe stato al mio posto". 

Adesso però bisogna pensare alla sfida di domenica sera con la Croazia, una gara fondamentale sulla strada che porta a EURO 2016: “Come abbiamo fatto dopo il Mondiale in Sudafrica – ricorda - quando abbiamo giocato un Europeo quasi perfetto, così faremo questa volta, a prescindere da come andrà contro la Croazia. Abbiamo bisogno di ricominciare a vincere e faremo una grande partita contro una grande squadra”. Una delle qualità che lo hanno reso tra i più ricercati talenti italiani è la duttilità, la capacità di ricoprire tutte le posizioni a centrocampo e di abbassarsi all’occorrenza in mezzo alla difesa: “Devi essere pronto a fare tutti i ruoli. Mi reputo all'altezza di giocare come difensore centrale, una sorta di libero. Mi sentirei in grado di farlo qualora ci fosse bisogno. Se questo mi allungherà la carriera? Non lo so”.

Lusingato dal fatto che Conte lo avesse cercato già ai tempi della Juventus (“è una ragione di orgoglio per me”), De Rossi smentisce l’ipotesi formulata da alcuni organi di informazioni in merito ad un confronto tra Conte e alcuni senatori del gruppo sulla convocazione di Mario Balotelli: “E’ difficile da credere che un allenatore debba chiede addirittura il permesso a dei giocatori per convocarne un altro. Il mister ha detto subito di voler ripartire valutando prima gli uomini che i giocatori, senza un riferimento specifico su Balotelli. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui, quando ho avuto qualcosa da dirgli l'ho sempre fatto. Mario è uno di quei ragazzi bravi, buoni. E’esuberante, vive il suo lavoro in maniera particolare, non l'ho mai visto uno cattivo e questo basta. Poi lui deve dimostrare quello che deve dimostrare".

L’ultima battuta è sulle difficoltà dei giovani ad emergere nel calcio italiano: “Limitare gli stranieri non è fattibile, nel 2014 mi sembra difficile chiudere agli stranieri, poco  praticabile. Bisogna lavorare sul vivaio, le scuole calcio. Vedo partite dei ragazzi e trovo cinque sei stranieri per squadra e non è certo colpa dei ragazzini".