Il programma delle squadre Azzurre in campo a novembre
11 novembre 2023
mercoledì 18 giugno 2008
Il giorno dopo la faccia di Roberto Donadoni è più distesa. Il girone eliminatorio si è chiuso e l’Italia ha conquistato la qualificazione battendo nell’ultima sfida la Francia e ottenendo un secondo posto che vuol dire quarto di finale con la Spagna a Vienna domenica prossima. Roberto Donadoni è contento. Contento per la prestazione dei suoi ragazzi e contento per una qualificazione che ad un certo punto sembrava difficile. Al futuro, però, il Ct ha detto di averci pensato il meno possibile: “Se le cose fossero andate male, davo per assodato un certo tipo di comportamento; ma sinceramente non ci ho mai pensato, ho solo pensato alla gara contro la Francia e a quello che dovevamo fare in campo. Non ho mai avuto dubbi, questa Italia può battere chiunque”
Il Ct afferma che questa squadra comunque è sempre stata viva e che non si è mai perso lo spirito di gruppo. “Io credo che questa cosa non sia mai stata persa. Sento dire lo spirito del mondiale, io quello l’ho sempre visto. Conosco questi ragazzi da due anni e in questi due anni ho sempre visto in questa motivazione una componente importante, anche con la Romania e l’Olanda”.
Donadoni è contento anche per l’atteggiamento avuto contro la Francia. “Soprattutto nei primi venti minuti, quando eravamo in 11 contro 11, abbiamo dimostrato di aver capito come andava affrontata la Francia, abbiamo avuto un paio di occasioni ghiotte che non siamo riusciti a sfruttare, ma erano sinonimo di una prestazione di un certo tipo e di una certa determinazione”.
Il Ct ha un umore diverso, ma sa che non c’è da cullarsi sugli allori, come non c’era da deprimersi dopo la pesante sconfitta contro l’Olanda. “Io mi sono sentito sempre sereno e con la coscienza a posto. E’ chiaro che oggi l’umore è diverso. Credo che la partita con l’Olanda non sia da buttare via, come non è da esaltare in maniera così positiva quella con la Francia. In questa partita ci sono state delle cose che domani vedremo insieme ai ragazzi che sono state fatte meno bene, non cestino niente di quello che è stato fatto, nemmeno la partita con l’Olanda che ci ha fatto capire tante cose”.
Contro la Spagna mancheranno Gattuso e Pirlo, due assenze importanti, ma alle quali il tecnico sa come ovviare. “E’ indubbio che ci sono giocatori che possono avere più o meno un peso importante, ma non mi avete sentito parlare degli assenti in generale. Nell’arco di questi due anni ci sono stati assenti di un certo peso, ma non trovo giusto e non trovo corretto parlare di chi non ci può essere. Ieri sono entrati ancora altri ragazzi, questa è la positività in assoluto del nostro gruppo. Avete visto che partita ha fatto De Rossi e mi è piaciuto anche lo spirito di Aquilani, che aveva una voglia matta di entrare e di far parte della partita”.
Il mister azzurro non vuole sentir parlare di crisi degli attaccanti e di un Toni che fa ombra ai compagni di reparto. “Non credo che Toni “mangi” i compagni, credo invece di più in un periodo della stagione non facile. Più facile per i difensori che per gli attaccanti, a livello fisico. Quando mancano energie è più facile difendersi, in questo senso gli attaccanti in genere sono un po’ più penalizzati. E non mi sembra solo un discorso nostro, ma da estendere anche alle altre squadre. Ieri ho visto tutti i giocatori sacrificarsi, anche Cassano, tutti hanno capito che cosa significa affrontare una squadra come la Francia, capendo che ci sono due fasi di gioco. Per questo avete visto bene anche l’Italia”.
Il Ct, comunque, vede una buona condizione fisica da parte della squadra. “Io credo che le motivazioni ora vadano al di là della componente fisica. L’aspetto nervoso è veramente fondamentale. A volte ci sono partite dove fai meglio nella ripresa che nel primo tempo, proprio perché la condizione della gara ti consente di avere un aspetto mentale diverso. Nella gara di ieri, per esempio, nella ripresa è subentrata un po’ di tensione eccessiva, un po’ di paura di non farcela e questo ci ha un po’ condizionato”.
Donadoni è contento anche del rapporto che è riuscito a stabilire con il gruppo. “Forse i ragazzi vedono in me non solo l’allenatore, ma anche qualcosa che è più vicino al giocatore e questo a me piace”.
Sulle critiche il mister azzurro non si scompone e sa che fanno parte del gioco. “Io non ho la pretesa di cambiare i ragionamenti e le menti di nessuno. Dico semplicemente quello che ritengo sia giusto. Le critiche dal punto di vista tecnico sono sicuramente accettate. Mi spiace quando a volte vanno troppo sul personale, ma quando si parla di errori e valutazioni, ognuno è libero di dire quello che vuole e di pensarla come vuole. Io resto sereno e penso a fare il meglio possibile”.
La sportività dell’Olanda e di van Basten non hanno sorpreso Donadoni, anzi. Anche se il tecnico azzurro non ha sentito l’ex compagno di squadra ai tempi del Milan. “L’Olanda ha dato una lezione di sportività, ma io non avevo dubbi, poi è chiaro che un risultato lo fanno i giocatori e non l’allenatore. Ho la certezza di conoscere un po’ van Basten e so che persona è, ed è venuto fuori quello che mi aspettavo. Anche se avesse perso, avrei pensato la stessa cosa. Non avevo dubbi in quel senso. Comunque non l’ho sentito”.
Poi il Ct parla del prossimo avversario e del difficile compito che attenderà l’Italia. “Non so se definire la Spagna come il peggiore avversario possibile, ma so, però, che è veramente tosta, per la qualità dei giocatori e per le loro caratteristiche di interpretare la partita. Se non interpreti la gara nel migliore dei modi, arrivi sempre un attimo dopo. E’ un avversario veramente complicato, l’abbiamo conosciuta sfidandola in un’amichevole”.
Le parole di affetto da parte dei giocatori riempiono Donadoni di orgoglio. “Non mi sono
mai sentito solo contro tutti; le parole di Gattuso, al termine della gara, sono la dimostrazione che non sono solo, e questa è la cosa più gratificante. Io sento questa simbiosi e sono capace di fare qualsiasi cosa. Così come avere Cannavaro che è sempre stato importante per noi: era venuto qui per mettersi in mostra, la sua assenza in campo è pesante, ma non perché gli altri siano inferiori, ma perché la sua assenza è una di quelle che contano anche dal punto di vista del carisma”.